Non fa una nota ufficiale ma esce la notizia. Non comunica nulla al partito e rimane segretario provinciale. Non comunica la sua decisione al suo interlocutore come sarebbe prassi in un partito. Domenico Venuti gioca duro ed incendia il Partito Democratico trapanese. Ha infatti presentato ricorso contro l’elezione di Dario Safina che l’ha superato per una manciata di voti. Durante la lunga fase di riconteggio che ha bloccato per settimane la proclamazione degli eletti aveva posto un problema di numeri, chiesto degli approfondimenti in alcuni seggi. Poi le verifiche lo hanno allontanato dal suo avversario ed il caso si è chiuso. Venuti ha così deciso di riaprirlo andando giù pesante. Vuole il seggio perché ritiene che Safina era ineleggibile. Nel ricorso avrebbe indicato due fattispecie. La consulenza gratuita dell’avvocato al Comune di Trapani dopo le dimissioni da assessore e la presidenza del Circolo Tennis che ha ottenuto fondi regionali. Safina è arrivato alle trattative per definire la lista da consulente e da presidente. Ma nessuna riunione di partito, in nessuna sede Pd è stato mai posto il problema. Né da Venuti, né da altri. Ora invece il ricorso che destabilizza il partito in una fase quanto mai delicata e difficile come quella congressuale. Un ricorso che, visti i precedenti, non avrà una sentenza definitiva prima di due anni. Dato tecnico che finisce per avere una valenza politica, perché rischia di delegittimare la presenza all’Ars di Safina e d’indebolire il partito trapanese. I dem sono in subbuglio. Il percorso seguito da Venuti sta incontrando notevoli perplessità ed anche all’interno della stessa segreteria provinciale ci sarebbero posizioni critiche che potrebbero influire sulla gestione del Pd. E’ evidente che il clima unitario che aveva portato Venuti alla segreteria provinciale si è infranto sulle pagine del ricorso e che gli equilibri interni vengono superati da questa nuova crisi.
VENUTI INCENDIA IL PD. RICORSO CONTRO L’ELEZIONE DI SAFINA, PARTITO IN TENSIONE
19 Novembre 2022
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