“Non posso che ribadire la mia innocenza in relazione a qualsiasi fatto di corruzione elettorale”. E’ la reazione dell’onorevole Stefano Pellegrino alla richiesta di rinvio a giudizio della Procura della Repubblica di Palermo. Il deputato regionale marsalese è accusato di avere – attraverso gli imprenditori Mario Giorgi e Calogero Luppino – comprato voti alle Regionali del 2017. Sarebbero infatti stati i due imprenditori a distribuire pacchi di generi alimentari per ottenere consenso e preferenze per il candidato di Forza Italia. Pellegrino ha sempre negato ogni accusa: “Ho affrontato la campagna elettorale con la massima correttezza e con scrupolosa osservanza delle norme elettorali e delle regole etiche. Del resto, è stata già la stessa accusa a ritenermi estraneo ad ogni contesto di criminalità organizzata”. Ed ancora: “Chi mi conosce sa che mai avrei potuto intrattenere rapporti meno che leciti per ragioni elettorali, né, tantomeno, che avrei potuto vendere la mia stima e il mio decoro per due buste di spesa. La mia storia deontologica, etica e familiare mi rende assolutamente sereno e certo circa la conclusione favorevole del procedimento a mio carico. Peraltro, i quarant’anni di stimata ed apprezzata professione di avvocato mi consentono di respingere ogni illazione e di sopportare la gratuita gogna mediatica cui giornalismo di bassa lega cerca di sottopormi, per ragioni che, come ribadito in altre occasioni, onestamente mi sfuggono”. I difensori di Pellegrino hanno annunciato una memoria che depositeranno al GIP di Palermo “con la chiederemo che non si faccia luogo al rinvio a giudizio richiesto dal PM”.
CORRUZIONE ELETTORALE, LA PROCURA CHIEDE IL RINVIO A GIUDIZIO DI PELLEGRINO. “SONO INNOCENTE”, LA REPLICA
24 Settembre 2019
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