Il comitato pro eritrine non molla la presa. Per i suoi componenti la partita è ancora aperta e l’abbattimento dei 30 alberi di Viale Duca D’Aosta e di Piazza Vittorio Veneto non è scontato, non è per nulla la soluzione finale. “Provate ad immaginare – scrive il comitato – il Viale Duca d’Aosta senza le 30 eritrine che si vorrebbero tagliare: quel luogo diventerebbe un deserto surriscaldato! E’ evidente a chiunque che avremmo una grave alterazione del paesaggio e dell’ambiente! La normativa impone l’obbligo di autorizzazione paesaggistica che il Comune non ha chiesto. Ricordiamo peraltro che la Soprintendenza, con propria nota, ha sottolineato che le Eritrine del centro storico <<appaino rappresentative dell’identità storica del centro tutelato>>. Per il comitato si tratta di “piante monumentali”, che non sono ritenute tali soltanto perché l’amministrazione comunale non ha proceduto a definire gli atti formali per dichiararle tali. Da quel momento entrerebbe in gioco il Corpo Forestale che subentrerebbe nella gestione. Il comitato aggiunge che “l’Ordine degli Agronomi ha scritto che la ditta che ha operato sulle piante di via Duca d’Aosta non ha eseguito indagini strumentali e che <<gli interventi di abbattimento prescritti non sono assolutamente attendibili>>. Anche noi abbiamo letto le perizie degli esperti del Comune e condividiamo pienamente il giudizio già espresso dall’Ordine degli agronomi”. Ed ancora: “Peraltro, nella conclusione della perizia della ditta incaricata dal Comune, relativamente alle piante di Via Duca d’Aosta, si prevede la possibilità di <<sostituzione graduale, per settori, con un piano pluriennale di intervento di 3-5 anni>>. E allora perché questa fretta?”. Su un altro punto il comitato prova a fare chiarezza. La vicenda è nata quando il Comune ha deciso di abbattere gli alberi sullo scorrimento veloce dopo l’incidente mortale che era stato causato dalla caduta di un grosso ramo su un furgone che transitava sull’asse viario. Da quel momento scattò una verifica complessiva che ha portato all’abbattimento degli alberi sullo scorrimento veloce. Su questa iniziativa dell’amministrazione Damiano il comitato non ha mai avuto nulla da dire ed ha condiviso la scelta. Ma quei 104 alberi erano pini e di poco pregio. Le eritrine non sono pini, dicono dal comitato e di conseguenza non possono essere trattate allo stesso modo. L’agronomo Filippo Salerno che ha scritto, per nome e per conto del comitato, ha voluto soffermarsi anche sulle verifiche fatte dai tecnici scelti dal comitato. L’incarico è stato affidato a spese dello stesso comitato. “I nostri periti hanno eseguito indagini strumentali su 9 piante scelte, con caratteristiche medie, fra le 39 che il Comune ha deciso di abbattere. Il risultato è stato che 7 su 9, chissà perché il sindaco scrive 6 su 9, hanno bisogno di una potatura e manutenzione adeguata ma possono ancora avere una lunga vita. Pertanto, applicando una semplice proporzione, ne deriva che almeno 30 delle 39 piante condannate potranno essere salvate a condizione di vietare le contestatissime capitozzature”. Il comitato avrebbe voluto incontrare il sindaco ma non è stato possibile. I suoi rappresentanti saranno comunque presenti alla conferenza di servizio che si terrà il prossimo 13 maggio. “Noi – concludono dal comitato – non amiamo le carte bollate. Però ci difenderemo”.