Non si voleva prostituire ed hanno tentanto di piegarla segregandola e minacciandola con riti “woodoo” per corrispondere quanto era stato pattuito, 30 mila euro, per il viaggio in Italia. Chiusa in una stanza per 48 per fiaccare la sua resistenza. Ma la giovane nigeriana messa a dura prova da tre suoi connazionali è riuscita a mettersi in contatto con l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. L’ha fatto con un cellulare ed ha fatto scattare l’allarme e soprattutto l’azione delle forze dell’ordine per liberarla. L’OIM ha contattato la squadra mobile di Palermo che ha subito allertato le questura di Trapani ed il commissariato di Castelvetrano perché la giovane nigeriana era segretata in una zona della periferia del Comune belicino. I poliziotti hanno individuato l’appartamento ed hanno fatto irruzione liberandola ed arrestando i suoi aguzzini, due donne ed un uomo. Sono stati arrestati per sequestro di persona ed induzione alla prostituzione Juliet Matthew (27 anni), Precius Matthew (28 anni) e Daniel Eguavon (26 anni).La giovane nigeriana ha raccontato alle forze dell’ordine come è arrivata in Italia alla ricerca di una vita migliore per sè e per suo figlio. Una storia delle tante storie di una immigrazione forzata dovuta alle condizioni inaccettabili che si vivono in tanti Paesi. L’appartamento dove era stata segregata la giovane nigeriana è stato perquisito. La Polizia ha trovato quattro telefoni cellulari, alcune scatole di profilattici e cinque feticci di varie forme, un corno, un lucchetto, un oggetto di legno con materiale pilifero, una bustina contenente peli verosimilmente di pube ed un osso di noce di cola, tutti utilizzati per i riti “woodoo”.