I DATI DI GOLETTA VERDE. LE COSTE SICILIANE NON STANNO BENE

22 Luglio 2021

Goletta Verde ha tirato le somme. Il suo monitoraggio sullo stato di salute delle coste siciliane ha un responso: 6 punti sono stati giudicati fortemente inquinati, 3 invece inquinati, che non è certo un elemento rassicurante. Soltanto una questione di parametri. La campagna estiva di Legambiente può ormai essere definita storica – perché ripetuta nel tempo – ed anche attesa. Con una premessa: “I monitoraggi non vogliono sostituire i dati ufficiali, ma vanno ad integrare il lavoro svolto dalle autorità competenti. I dati di Arpa sono gli unici che determinano la
balneabilità di un tratto di costa a seguito di ripetute analisi nel periodo estivo, le analisi di Goletta Verde hanno invece un altro obiettivo: andare ad individuare le criticità dovute ad una cattiva depurazione dei reflui in specifici punti, come foci, canali e corsi d’acqua, il principale veicolo con cui l’inquinamento generato da insufficiente depurazione, arriva in mare”. Premessa utile e necessaria per passare ai dati. I sei punti giudicati fortemente inquinati sono “la foce del fiume Delia a Mazara del Vallo (Trapani), la foce del torrente Cansalamone nel Comune di Sciacca (Agrigento), la foce del fiume Palma nel Comune di Palma di Montechiaro (Agrigento), lo scarico dei reflui fognari sul lungomare Galatea ad Aci Trezza nel Comune di Aci Castello (Catania) e la foce del fiume Alcantara tra i Comuni di Calatabiano e Giardini Naxos (Catania/Messina) e la spiaggia presso lo scarico del depuratore a Castelvetrano (Trapani)”. I tre siti invece inquinati sono “la foce del Nocella tra Terrasini e Trappeto
a Palermo, la spiaggia presso il torrente Rizzuto a Butera (Caltanissetta) e la spiaggia presso la foce del Gattano a Gela (Caltanissetta)”. Goletta Verde dedica un “capitolo” delle sue analisi anche a quello che indica come “punto critico dello scarico di emergenza del depuratore di fronte all’oasi ecologica di Trapani in Via Dante Alighieri. Sversamenti che hanno generato polemiche politiche e soprattutto disagio nella stagione estiva. L’area è sotto controllo ed è entro i limiti consentiti”. Lo ha certificato un team di tecnici e di volontari di Goletta Verde. Un motivo in più per accelerare i tempi di un intervento che possa essere definito. “Auspichiamo – si legge nella nota di Goletta Verde – che l’amministrazione trapanese possa mettere tra le emergenze, ed al primo punto, la risoluzione di questo problema, eliminando la vecchia condotta e lo scarico emergenziale in questione”. Il lavoro svolto in questi anni dall’associazione ambientalista traccia un bilancio pesante: “Alcuni punti sono inquinati da più di 10 anni. Si tratta dello specchio di un ritardo cronico sul fronte della depurazione dei reflui”. Altri dati: “251 agglomerati regionali non sono conformi alla direttiva europea sui reflui, con impianti che
servono oltre 6,9 milioni di abitanti. Il servizio di depurazione è assente in 80 Comuni per un totale di 660 mila residenti, le fognature mancano in 25 Comuni”. La direttrice di Legambiente Sicilia Claudia Casa non poteva essere più chiara: “I dati rilevati da Goletta Verde in Sicilia ci dicono che lo stato delle acque della nostra costa non è per niente roseo. C’è di più. A preoccuparci non sono solo gli alti livelli di inquinamento ma lo stato di abbandono di alcuni tratti e il fatto che gli stessi punti risultano inquinati da più di dieci anni. Ci sono ben 5 foci di fiumi oltre i limiti di legge e altre 4 spiagge dove l’acqua risulta inquinata. In questa black list rientrano alcuni punti che Legambiente conosce a menadito perché, praticamente da circa dieci anni, sono presenti in questo triste elenco. Ad esempio la foce dell’Alcantara dal 2010 è sempre risultata inquinata, dal 2011 la foce del Gattano e dal 2013 il tratto di mare dove sfociano reflui fognari ad Aci Trezza. Al di là dei numeri il dato più sconcertante resta lo stato di arretratezza del servizio di depurazione dei reflui, basti pensare che il report siciliano di Goletta Verde ci mostra come la maggioranza dei punti analizzati, 19 su 24, non vengono monitorati dalle autorità preposte”.

 

Notizie Correlate