ATI IDRICO, SE L’ACQUA E’ VITA, I TRAPANESI RISCHIANO DI FARE MALA VITA. IL PUNTO DEL PRESIDENTE GRUPPUSO
8 Febbraio 2024
In sintesi: i Comuni della provincia di Trapani sono messi male. Tema: la gestione delle risorse idriche. Sono nei guai perché carte e procedure e forse qualche errore amministrativo portano il territorio a non essere né carne, né pesce. C’è l’ATI idrico che fa quel che può, ma può fare poco. C’è la Regione che commissaria e chiede carte e c’è lo Stato che avrebbe dovuto commissariare tutto e tutti decidendo d’imperio. Il presidente dell’ATI idrico Francesco Gruppuso (sindaco di Calatafimi-Segesta) ha provato a fare il punto della situazione dopo un incontro all’Assessorato regionale all’Energia. C’era lui, c’erano il Cda dell’ATI. C’era l’assessore regionale di competenza Giovanni Di Mauro e c’era la commissaria ATI Rosaria Barresi, nominata, tempo fa, per affidare il servizio di gestione idrica integrata. Le opzioni erano e continuano ad essere tre: soluzione in house, mista pubblico-privato, esclusivamente privata. Ma per arrivare ad una delle tre formule è necessario avere tutte le carte al loro posto e l’ATI è indietro. Gruppuso entra nel merito: “Il commissario ha spiegato che nonostante la procedura di scoping già completata e trasmessa dal CTS regionale, occorre che la stessa sia completata con la redazione del rapporto ambientale e dello studio di incidenza – il procedimento è già stato posto in itinere dall’ ATI Trapani -, pertanto la stessa non è nelle condizioni di procedere né alla scelta della forma di gestione poiché il piano di ambito presenta un piano economico finanziario non in equilibrio legato a quanto approvato nel dicembre del 2021 ne tanto meno alla successiva gara”. Lo scoping è uno studio; il rapporto ambientale e lo studio d’incidenza sono in corso d’opera; i conti non tornano rispetto al piano d’ambito adottato il 31 dicembre del 2021 quando il presidente dell’ATI era l’ex sindaco di Castellammare del Golfo Nicola Rizzo. “L’interlocuzione tecnica – suggerisce Gruppuso – ha evidenziato la necessità di incidere sul Pef attraverso una nuova valutazione di dati da ricavare presso i Comuni in modo che la nuova struttura gestionale provvisoria, dopo le dimissioni dell’altro commissario Corsaro pervenute lo scorso novembre, appena costituita dal Presidente Gruppuso su approvazione del Cda e dell’assemblea, possa fornire nuovi elementi a Invitalia per rimettere in equilibrio il piano economico finanziario”. C’è di più: “Emerge anche la necessità di potersi avvalere di interventi di finanziamento specifici per poter chiudere anche la linea degli investimenti necessari per la gestione del servizio e questo può essere possibile attraverso fonti di finanziamento regionale ovvero con contributi in conto gestione al fine di diminuire la tariffa che diversamente sarebbe insostenibile per i cittadini trapanesi, del resto questo è già stato fatto in altri ambiti di altre province siciliane nel recente passato. Per cui la politica regionale deve entrare in campo e trovare un modo attraverso i rappresentanti della deputazione provinciale all’Ars , al fine di accogliere le esigenze di questo territorio per non far gravare sui cittadini trapanesi una tariffa esosa e del resto per evitare anche la procedura di infrazione che comprometterebbe ulteriori finanziamenti europei a tutti gli altri Ati, in quanto inficerebbe la condizione abilitante dell’intera Regione Sicilia qualora l’Ati di Trapani non riuscisse a chiudere la vicenda idrica”. Senza ente gestore dunque, e con in prospettiva tariffe che faranno saltare dalla sedie i contribuenti trapanesi.
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