Un messaggio a tutta la comunità ecclesiale di Trapani. Un ricordo della sua azione politica e morale durante la Messa. “A quarant’anni dall’uccisione del presidente della Regione Piersanti Mattarella, la comunità ecclesiale di Trapani – ha detto il Vescovo Pietro Maria Fragnelli – avverte il bisogno di fermarsi in preghiera per lui, per la sua famiglia, per la sua e nostra Sicilia. La luce dell’Epifania ci riporta alla liturgia cui egli si accingeva a partecipare la mattina del 6 gennaio di 40 anni fa: oggi quella luce mette in risalto non solo le innumerevoli catena da cui egli voleva liberare la nostra terra, ma anche e ancora di più, i legami nuovi e forti che voleva costruire, legami umani e cristiani su cui fondare un’autentica democrazia”. A Castellammare del Golfo, una Messa, il corteo per raggiungere il cimitero comunale e la chiesetta dove si trova la tomba dell’ex Presidente della Regione. “Rispettare le regole, programmare, dialogare. Il testamento morale di Piersanti indica un percorso inequivocabile che prevede una politica dove le azioni, le idee, il percorso di riscatto contro la mafia ed ogni forma di illegalità ci facciano da guida. Per questo – ha rimarcato il sindaco Nicola Rizzo- tra le diverse iniziative che verranno programmate anche il premio per la legalità <<Le carte in regola>>. Ci auguriamo che questo percorso sia davvero condiviso e partecipato”. In un post nella sua pagina Facebook il segretario regionale del Psi ed ex deputato all’Ars Nino Oddo ha voluto ricordare Mattarella con una testimonianza ed una riflessione politica: “Ero a poche centinaia di metri per il congresso regionale dei giovani socialisti. Il congresso venne interrotto e ci recammo in ordine sparso verso Via Libertà. In quelle ore maturò in tutti il convincimento che fosse un delitto di mafia. 40 anni dopo, anche in forza dell esperienza politica maturata, ho modificato la mia opinione. Certo, la mafia era l’organizzazione più interessata a mantenere lo status quo, ma anche ampi settori politici vedevano con preoccupazione possibili cambiamenti. Oggi, grazie all’azione dello Stato, conseguente sopratutto ai delitti Falcone e Borsellino del 1992, la presenza della mafia nella società siciliana è stata indebolita. Ma il connubio fra mafia e politica permane, seppure in forme diverse. Niente più omicidi eccellenti ma le indagini recenti sul voto di scambio evidenziano come parte della politica siciliana richiede ed usufruisce del sostegno di mafiosi nelle competizioni elettorali. Il denaro e l’appoggio mafioso continuano purtroppo ad essere una componente importante nella raccolta del consenso. Ma non è solo un fatto elettorale, permane un approccio sociale nella nostra terra improntato alla cultura delle scorciatoie. Utilizzate da tanti siciliani, imprese o singoli cittadini, per confrontarsi col sistema pubblico, statale e regionale ma anche negli enti locali. Mafia e politica collusa presidiano le scorciatoie per ottenere autorizzazioni, sollecitare finanziamenti, offrire prospettive occupazionali. Ma la logica delle scorciatoie richieste e ottenute non ha riguardato solo la politica ma tutti i campi, dall’informazione all’Università. Fino a quando la cultura delle scorciatoie premierà parte importante della società siciliana le iniziative pur importanti delle forze dell ordine difficilmente riusciranno a debellare la presenza mafiosa nella nostra terra. Questo dobbiamo dircelo con franchezza”.
COMMEMORAZIONE MATTARELLA/3, IL MESSAGGIO DEL VESCOVO, IL SINDACO RIZZO E L’ONOREVOLE ODDO
6 Gennaio 2020
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