Il presidente del consiglio Peppe Bianco ha comunicato in aula di avere ricevuto due lettere che ha poi distribuito ad ogni singolo consigliere presente in aula. Lettere, una del sindaco Vito Damiano e l’altra del prefetto Leopoldo Falco. Note relative alla vicenda Fazio e ad una sua eventuale incompatibilità dalla carica di consigliere. La “vertenza” è quella relativa al caso Dolce. L’ex presidente della SAU, nel 2014, dopo la sentenza di condanna dell’ex sindaco Mimmo Fazio per il reato di violenza privata ha promosso un’azione civile di risarcimento. Da quel momento è scattata un confronto in punta di diritto ma più spesso mediatico e politico sulle conseguenze che avrebbe potuto subire l’ex sindaco ora anche parlamentare regionale. Il confronto si è riacceso negli ultimi giorni per la nota del sindaco che ha posto il problema dell’incompatibilità di Fazio inviando una sua lettera al presidente del consiglio Peppe Bianco, al segretario generale del Comune Raimondo Liotta ed al prefetto Leopoldo Falco. Nella seduta consiliare di stasera è stato lo stesso Fazio a prendere parola sulle due note: “Il signor Dolce ha chiesto un risarcimento che, se non ricordo male, è di circa 50 mila euro ed ha chiamato in giudizio il Comune a garanzia non fidandosi delle mie finanze. Rassicuro tutti che ho liberato il Comune da qualsiasi eventuale incombenza economica con fidejussione. Ma non è questo il punto. Quello che stranizza è la nota del sindaco Damiano che va in netta contrapposizione con la linea tenuta dall’ufficio legale dello stesso Comune che costituendosi ha posto una domanda, cosa c’entro? Ed ha anche chiesto di essere estromesso dal giudizio. C’è dunque da chiedersi, ha scritto fesserie l’ufficio legale o Damiano? Aggiungo un altro elemento. E’ assolutamente falso che il giudice si sia pronunciato sulla mia richiesta di estromettere il Comune da qualsiasi responsabilità. Il giudice ha soltanto detto, ci sono elezioni? Non essendo elezioni ha deciso di affrontare la questione senza motivi di urgenza. Questa è la verità, il resto è soltanto una strumentalizzazione. C’è poi la nota del prefetto che non poteva che rispondere come ha fatto. Mi chiedo perché il sindaco Damiano abbia chiamato in causa la Prefettura che non ha alcuna competenza nella fattispecie perché è l’assessorato regionale alle Autonomie Locali, eventualmente, ad occuparsene. Il prefetto non poteva che richiamare la legge e definire la causa d’incompatibilità nel suo percorso con le contestazioni al diretto interessato, la possibilità, da parte del diretto interessato, di difendersi e la decisione finale del consiglio. Ma Damiano avrebbe poi fatto bene a leggere una sentenza della Cassazione che è quanto mai chiara sul punto”. Sul tavolo di Damiano arriva comunque una interrogazione di Fazio: “E’ giusto che il consiglio venga a conoscenza delle scelte operate dal sindaco. Si è confrontato con il suo ufficio legale? Ha avuto un parere legale? E’ bene che dica come ha scelto di procedere in questa vicenda”.
TRAPANI, FAZIO E LE LETTERE SULLA SUA INCOMPATIBILITA’ CONSILIARE. “QUESTA E’ LA VERITA'”
16 Maggio 2016
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