Nota della maggioranza, contronota dell’opposizione. I 10 di minoranza insinuano il dubbio sulle 14 firme che mettono in sicurezza la coalizione del sindaco Giacomo Tranchida e rilanciano il progetto dell’amministrazione. Non ci credono alla compattezza dei tranchidiani: “Siamo certi, avendo contattato alcuni dei consiglieri firmatari che la firma apposta è tutt’altro che con inchiostro indelebile, pronti ad abbandonare il cammino”. Doppiogiochisti? Tradimenti in fase di maturazione? I 10 vanno giù duro: “Non è coesione, è sopravvivenza: il documento della giunta svela la crisi profonda della maggioranza. Il documento firmato dalla Giunta e dai consiglieri comunali di maggioranza non è un atto di forza. È un segnale di debolezza. È la fotografia nitida di un’amministrazione che, stretta attorno al sindaco, tenta di mostrare compattezza mentre le crepe si fanno ogni giorno più evidenti”. La minoranza (Miceli, Gianformaggio, Lamia, Spada, Guaiana, Vassallo, Fileccia, Tumbarello, Daidone, Mangano) porta le prove a sostegno della sua tesi: “Da settimane, e ormai mesi, il consiglio comunale si riunisce a singhiozzo: numeri ballerini, aule deserte, sedute rinviate per mancanza del numero legale. Una condizione diventata sistematica, non più eccezionale. Le assenze non sono casuali né fisiologiche: sono il risultato di malumori interni, divergenze profonde, equilibri precari, frutto di una coalizione tenuta in piedi a fatica. Nel tentativo di mascherare tutto questo, si è scelto di pubblicare un lungo elenco di azioni amministrative che, a ben vedere, fanno più rumore per ciò che non dicono che per ciò che raccontano”. La minoranza entra nel merito delle divisioni: “Si parla di unità e spirito di servizio, ma non si menzionano le tensioni tra assessori, né i consiglieri che, pur firmando, da mesi si tengono a distanza, criticano in privato, votano contro in commissione o disertano le sedute chiave”. L’opposizione apre anche il fronte amministrativo: “Si celebrano cantieri e finanziamenti, ma non si dice che gran parte delle opere sono ferme, in ritardo, o bloccate dalla burocrazia. E che le risorse ottenute derivano spesso da bandi standard, a cui partecipano tutti i Comuni, non certo da una visione strategica specifica di Trapani”. La bocciatura è netta: “Chi legge quel documento con attenzione capisce che non è una dichiarazione di intenti, ma una dichiarazione di emergenza politica, scritta per tenere insieme i pezzi. Non è visione, è navigazione a vista. Non è un progetto di città, ma una manovra di sopravvivenza politica. È legittimo che una maggioranza rivendichi il lavoro svolto. Ma è altrettanto doveroso riconoscere che Trapani non ha bisogno di propaganda, ha bisogno di verità e di governo serio. E la verità è che questa maggioranza è in crisi, e la città lo vede ogni giorno”.
TRAPANI, L’OPPOSIZIONE REPLICA: “MAGGIORANZA DIVISA. ABBIAMO LE PROVE”

6 Agosto 2025
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