25 APRILE, ASSOCIAZIONE “CON TE DONNA”: “RUOLO FONDAMENTALE DELLE PARTIGIANE”

25 Aprile 2024

L’Associazione “Con Te Donna” parla chiaro: “Le volevano confinare nell’angusto perimetro delle mura domestiche invece le donne partigiane, diventarono protagoniste della Resistenza scrissero splendide storie di coraggio e lotta per la libertà. Sovversive ,ribelli antifasciste hanno contribuito in un modo esemplare alla costituzione dell’Italia democratica”. L’Associazione, che si occupa del tema della violenza sulle donne, rivendica il ruolo di tante giovani e meno giovani che hanno scelto la via della democrazia e della lotta per riaverla. “Per la ricorrenza della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo- sottolinea la presidente Maria Gerardi, ci preme ricordare una parte di Resistenza oscurata e celata per tanto tempo, onorando la memoria di tutte quelle partigiane che ne furono protagoniste senza ottenere gli adeguati riconoscimenti da parte della nostra storia, sempre troppo declinata al maschile”. Ed ancora: “La partecipazione femminile fu fondamentale per la lotta di Liberazione e rappresentò una delle prime occasioni in cui le donne parteciparono in prima fila, insieme agli uomini, a un momento cruciale della storia italiana. Lasciarono le cucine, la cura delle proprie famiglie, i posti di lavoro, si ribellarono e andarono a marciare per il pane e la libertà, incrociarono le braccia per protesta. In tante parteciparono con gli uomini alla lotta armata. Ma la Resistenza non si fece solo coi fucili e le donne si fecero carico di aspetti cruciali di logistica, organizzazione e comunicazione”. La presidente fa riferimento ai numeri ufficiali forniti dall’Associazione nazionale Partigiani d’Italia: “Le donne partigiane combattenti furono 35 mila, e 70 mila fecero parte dei Gruppi di difesa della Donna. 4653 di loro furono arrestate e torturate, oltre 2750 vennero deportate in Germania, 2812 fucilate o impiccate. 1070 caddero in combattimento, 19 vennero, nel dopoguerra, decorate di Medaglia d’oro al valor militare”. La presidente conclude tornando sul punto: “Ancora oggi ricordare le partigiane sembra un contributo minoritario all’interno della grande resistenza antifascista, un esercizio delle donne per le donne, che rischia di dividere un fronte già troppo compromesso. Al contrario, le storie delle partigiane ci ricordano la doppia battaglia che molte donne hanno dovuto combattere contro i fascisti e contro un sistema sociale e familiare che le avrebbe volute a casa ad aspettare. Donne che hanno lottato non solo contro il fascismo, ma contro il sessismo e il maschilismo di cui quell’epoca era intrisa e quindi da considerare doppiamente guerriere”.

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