Un atto dovuto, ma anche un evento, politico ed amministrativo. Il Comune di Trapani ha il suo consuntivo 2021. Simboleggia questo evidente testacoda, perché sarebbe un passaggio legato all’ordinaria attività dell’ente, occasione per un dibattito tra maggioranza ed opposizione sulle condizioni della città, su quello che è stato fatto e non è stato fatto nel 2021. Il problema è che siamo nel 2023. Da qui l’evento politico e la seduta d’aula delle grandi occasioni. Il consuntivo è stato approvato dalla maggioranza, non poteva essere altrimenti, e bocciato dall’opposizione. Anche in questo caso non poteva essere altrimenti. Ma cosa dice quel documento contabile? Per gli approfondimenti è necessario rivolgersi al parere del collegio dei revisori dei conti. Parere favorevole ma condizionato perché a Palazzo d’Alì sono davvero tante le cose che non funzionano. Il collegio ha messo il freno a tante illazioni sulle casse del Comune scrivendo, nero su bianco, che “l’ente non è da considerarsi strutturalmente deficitario”. Ed ancora: “L’ente non è in dissesto”. Poche righe per chiudere tante polemiche. Il Comune è dunque finanziariamente solido, ma ha un disavanzo, per il 2021, di 1.678.775,86 euro tondi tondi. Il collegio ha anche rilevato che “l’ente ha rispettato il limite d’indebitamento”. Altri numeri: “Il Comune ha riconosciuto e finanziato debiti fuori bilancio per 58.059,97 euro ma vengono segnalati debiti fuori bilancio in attesa di riconoscimento per oltre 7 milioni ed 800 mila euro. Ed allora? Numeri tutto sommato buoni, anche rispetto alle condizioni di altri enti locali siciliani. Ma dove portano questi numeri? Si fermano davanti ad un Comune che mostra delle crepe sempre più evidenti. Il conto consuntivo 2021 che l’amministrazione Tranchida non ha saputo governare come avrebbe dovuto. Perché accumula “un sistematico ritardo nell’approvazione dei documenti contabili”. Ha poi “una scarsa capacità di riscossione dei tributi propri”, che viene soltanto attenuata da Soget ed Agenzia delle Entrate. Il collegio ha rilevato anche “la scarsa economicità della gestione dei servizi pubblici a domanda ed a rilevanza economica”. Su un altro punto della relazione si potrebbe dire, e qui casca l’asino! I revisori sottolineano invece “la congruità del Fondo rischi contenzioso”, che fa parte della materia più ampia dei fondi di dubbia esigibilità. Casca l’asino perché il merito di tutto questo è del direttore finanziario Gioacchino Petrusa. Lo stesso dirigente che sta un po’ simbolicamente sulla pancia all’amministrazione. Lo stesso dirigente che, superato lo scoglio degli strumenti finanziari (consuntivo 2022 e bilancio 2023), dovrebbe essere trasferito in altro ufficio. I numeri in questione dicono inoltre che la gestione dei famosi e fatidici residui attivi e passivi ha i tratti dell’arbitrarietà. In sintesi: i dirigenti fanno quel che gli pare e con i tempi che ritengono più opportuni. Ecco cosa scrive il collegio: “Le determine di riaccertamento ordinario dei residui al 31 dicembre 2021, succedutesi, modificate e integrate nel tempo, da parte di alcuni dirigenti dei vari settori, appaiono prive di una adeguata motivazione, tale da giustificare il loro mantenimento conformemente ai principi contabili e alle deliberazioni delle varie sezioni della Corte dei Conti ed inoltre per quanto riguarda i residui attivi vetusti e non movimentati da diversi anni, alcuni responsabili non ha reso l’attestazione relativa all’esigibilità”. Per andare oltre l’aspetto tecnico: sui residui attivi e passivi non c’è coerenza e soprattutto non ci sono spiegazioni adeguate per il relativo mantenimento o per il passaggio allo stato patrimoniale del Comune. Il conto consuntivo non ha poi “superato le criticità evidenziate nelle deliberazioni della Corte dei Conti”, che non ha neanche ricevuto le relazioni semestrali. I revisori non fanno politica e quindi le loro conclusioni sono asettiche ma quanto mai chiare: “L’organo di controllo invita l’amministrazione affinché si organizzi per ottemperare compiutamente all’attività di programmazione, gestione e rendicontazione, giacché questo ritardo produce conseguenze negative particolarmente rilevanti sulla corretta programmazione e gestione dell’ente ed impediscono le eventuali azioni correttive”. Conclusioni che lette con le lenti della politica rimandano ad un’incapacità di governo dell’amministrazione ma chiamano in causa anche il suo vertice burocratico che non è in grado – come nel caso dei residui attivi e passivi – di far rispettare tempi e procedure. E’ una sostanziale bocciatura del sistema di governo del Comune. Numeri che sono stati passati ai raggi X dall’ex assessore alle Finanze Fabio Bongiovanni. “Il parere dell’organo di revisione per il 2021 – ha voluto sottolineare – smentisce categoricamente chi ha parlato di Comune in dissesto, di finanze fuori controllo, di crisi delle casse comunali. Nulla di tutto questo. Il percorso seguito è stato sicuramente accidentato ma senza alcuna forzatura. Il Comune è finanziariamente solido. Deve intervenire sulle criticità evidenziate dal collegio dei revisori ma non certo nei termini di chi lasciava intendere che era arrivato il momento di portare i libri contabili in tribunale. Nessun fallimento dunque. Anzi, sì, il fallimento di una politica che gioca al ribasso e che non fa gli interessi del nostro territorio”.
TRAPANI, CONSUNTIVO 2021 APPROVATO. L’EX ASSESSORE BONGIOVANNI: “SMENTITI I DETRATTORI”
6 Dicembre 2023
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