BIRGI, LA “BOMBA”, LA STORIA E GLI AVVOCATI

7 Maggio 2019

Il Comitato è stato di parola. Aveva annunciato una “bomba mediatica” e “bomba” è stata, con tutto quello che può fare una bomba. Danno. Ed il danno c’è stato, o meglio, ci sarà. Sicuramente c’è. Perché una delle “vittime” della bomba è rimasta viva. E’ più che mai viva ed annuncia battaglia. Legale. E’ la Gesap, la società di gestione dell’aeroporto di Palermo che dovrebbe avviare le procedure di fusione con quella di Birgi per il polo aeroportuale della Sicilia occidentale. Se la “bomba” puntava a convincere i palermitani a più miti consigli nei confronti degli interessi del territorio trapanese l’effetto non c’è stato. Al contrario, il confronto non potrà che complicarsi perchè a Palermo sono parecchio risentiti. Tornando alla “bomba”. E’ stata pubblicata su Giornale di Sicilia – pagina a pagamento – con una serie di informazioni-interpretazioni sulla crisi di Birgi. Ma soprattutto con l’utilizzo di dati di Assaeroporti sul numero di passeggeri che si muovono negli aeroporti italiani. Utilizzo dei dati e della schermata che si può vedere e leggere nel sito ufficiale dell’Associazione che riunisce le società di gestione degli scali italiani. “Bomba”, ma anche miccia, quella accesa dall’ANSA che fa riferimento alla pagina a pagamento tirando in ballo Assaeroporti. Apriti cielo! Gesap dichiara guerra. Assaeroporti trasecola, smentisce, chiarisce e annuncia querela. Lo stesso fa Gesap che è ancora alla caccia di una smentita. Il comitato “Se Volo Voto” si è rivolto al Presidente Musumeci, invitandolo ad aprire gli occhi a prendere atto della “cannibalizzazione” di Palermo nei confronti di Birgi. Nella pagina a pagamento non c’è alcun cenno agli strumenti utilizzati da Gesap per “mangiarsi” Trapani. La storia dice che Birgi ha cominciato a soffrire dopo la chiusura, prima totale e poi parziale dell’aeroporto per la guerra in Libia. Sempre la storia dice che Ryanair – quella che veniva accusata di chiedere il “pizzo” con il co-marketing, ma che rimane allo stato attuale l’unico progetto di sviluppo che ha dato forza all’aeroporto – ha cambiato la sua strategia perchè nel frattempo è entrata anche in guerra con il potere aeroportuale italiano. Ha monopolizzato il mercato da Nord a Sud e c’è stata la reazione. Polemiche e scontri hanno riempito intere pagine dei giornali. La storia dice, ancora meglio, il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida ha dichiarato pubblicamente che Palermo ha pagato Ryanair 11 euro a passeggero mentre Birgi non è andata oltre 7 euro. Ci sarà anche la volontà di Palermo di prendersi tutto ma esiste la concorrenza, con le sue regole. E richiede di stare sul mercato. La storia dice che quando c’è stata la cessione delle quote dall’ex Provincia alla Regione i Comuni avrebbero potuto dire la loro entrando nel pacchetto azionario ma hanno guardato alle casse messe male di Airgest e si sono girati dall’altra parte. Il Comune di Palermo e la Città Metropolitana sono invece ben presenti – eccome – nel pacchetto azionario e possono decidere e condizionare le scelte della società di gestione. Nella pagina a pagamento si legge che l’Airgest non ha debiti. Anzi, 9 milioni di euro in cassa. Ma non sarebbe proprio così. E’ vero che i conti sono in ordine ma i milioni in cassa sarebbero 5-6 perché nel frattempo c’è stata la necessità di ripianare qualche perdita. La sfida a tre Comitato, Assaeroporti e Gesap è soltanto nella sua fase iniziale. Se Birgi riuscirà ad avere un futuro è una questione ancora tutta da chiarire. Ad avere sicuramente un futuro saranno gli avvocati delle parti che presto potranno produrre ed incassare la parcella.

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