Picchia duro il gruppo “Cambia Petrosino” e va al sodo dopo l’indagine che ha portato all’arresto del consigliere Michele Buffa – ai domiciliari – ad al coinvolgimento dell’ormai ex presidente del consiglio Aldo Caradonna. Non ci sono margini di manovra. Le dimissioni di Caradonna non sono sufficienti. Quel che serve è un azzeramento del quadro politico-amministrativo con le dimissioni del sindaco e dell’interno consiglio. Il gruppo intende spiegare la sua linea dura: “Noi non facciamo processi in piazza e non emettiamo sentenze come invece altri hanno mostrato di fare”. La questione è politica ed è la seguente: “L’obiettivo della mafia locale era di eleggere e far vincere il sindaco Anastasi, prima ancora che i suoi consiglieri. Il sindaco dovrebbe chiedersi perché la mafia ha avuto interesse a farlo vincere, così come oggi dovrebbe chiedersi perché gli suggeriscano di rimanere in carica, arrivando perfino a fargli fare dichiarazioni contraddittorie”. L’affondo di “Cambia Petrosino” inquadra anche un altro bersaglio che rimanda al “silenzio assordante degli onorevoli, sia regionali che nazionali, che hanno fatto del nostro territorio un bacino di consensi. Dove sono finiti gli onorevoli di destra e di sinistra che tanto si sono battuti per eleggere quest’amministrazione? Si respira un clima pesante a Petrosino in queste ore e registriamo diversi tentativi di silenziare ogni voce”.