Un caso montato in poche ore e con un impatto mediatico devastante che poche righe della dirigente scolastica Anna Maria Alagna hanno smontato pezzo per pezzo, aprendo un altro caso, quello della correttezza delle informazioni che vengono consegnate all’opinione pubblica e l’effetto rimbalzo dei social senza alcuna verifica preventiva di ciò che è stato comunicato. Il caso che caso non è, nasce dalla relazione della Commissione regionale Antimafia sulla dispersione scolastica e sul rischio di reclutamento dei giovani da parte della criminalità organizzata. Nella nota del Presidente della Commissione Claudio Fava si legge: “La relazione sintetizza otto mesi di lavoro intenso – 65 audizioni svolte dal luglio 2021 fino al febbraio 2022 – in cui la Commissione ha cercato. anche con la collaborazione dell’ex magistrato Teresa Principato, di dare una risposta alle preoccupazioni manifestate in più occasioni da parte dei Procuratori del Tribunale dei Minori oltre che da operatori scolastici, socio-assistenziali, socio-sanitari e del Terzo settore a fronte dei dati sempre più allarmanti sulla dispersione scolastica in Sicilia e, più in generale, sulle condizioni di estremo disagio sociale in cui versano i minori delle aree periferiche delle città siciliane”. Relazione che viene presentata all’Ars e che fa scoppiare il caso Marsala. La scuola di Sappusi, Istituto “Sturzo-Asta” diventa in poche ore la scuola ghetto. Perché? Per un semplice motivo. Il direttore dell’Ufficio del Servizio sociale per i minorenni di Palermo Salvatore Inguì viene ascoltato in Commissione e dichiara che, nella scuola in questione, è stata formata una classe ghetto con 22 bambini tutti figli di pregiudicati”. Notizia che viene verificata? Non sia mai. Si rimanda ad altri approfondimenti, nel frattempo parte la condanna preventiva anche di quelli che non sanno neanche dov’è Marsala. La scuola accusa il colpo ma la dirigente non ci sta ed ora potrebbero essere “dolori” perché ha scelto la via istituzionale che passa dalla necessità di fare giustizia con la giustizia. “In merito alle notizie diffuse oggi sulla stampa sulla classe ghetto a Marsala – scrive la dirigente scolastica -, nella quale sarebbero iscritti ben ventidue bambini, figli di pregiudicati, intendo annunciare che ho già adito le vie legali, a difesa del buon nome dell’istituzione scolastica di cui sono dirigente, del gruppo di lavoro che si occupa di formare le classi nel rispetto di obiettivi e deliberati criteri, oltre che mio personale, per querelare tale signor Inguì per le dichiarazioni false, tendenziose e prive di fondamento rese alla Commissione regionale antimafia presieduta da Claudio Fava. Non si comprende da quali fonti l’Inguì abbia tratto le false informazioni che tanto discredito gettano su una scuola che, pur insistendo in un quartiere popolare, non è annoverata tra le 9 scuole dell’ambito 28 della provincia di Trapani destinatarie di interventi contro la dispersione scolastica, al contrario vanta una storia di successi educativi testimoniati dai numeri crescenti di iscrizioni. E’ appena il caso di ricordare che la scuola, ogni scuola, svolge una essenziale e instancabile azione educativa e di aperto contrasto ad ogni forma di illegalità. Per questo chiederò al presidente Fava di essere audita in Commissione dove sarà facile dimostrare, carte alla mano, l’infondatezza delle affermazioni di Inguì che per questa azione diffamatoria e calunniosa dovrà rispondere nelle sedi opportune. Altresì è mio dovere intraprendere ogni altra azione in autotutela nei confronti del docente che ha incautamente scatenato questa bufera mediatica, che se da un lato si abbatte sulla scuola, dall’altro servirà a fare chiarezza anche in merito alle procedure trasparenti e corrette con le quali si formano le classi. Di tutta la vicenda saranno informati gli organi scolastici territoriali e regionali”.
MARSALA, SCUOLA GHETTO? LA DIRIGENTE: “E’ FALSO E QUERELO INGUI'”
12 Marzo 2022
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