Mai come in questo caso la forma è sostanza. In concreto: ci sono 100 milioni di euro nella Finanziaria nazionale che sono stati stanziati per la Sicilia. La forma è questa: “A titolo di concorso alla compensazione degli svantaggi strutturali derivanti dalla condizione d’insularità”. Si darà forma vaga. Volutamente vaga, per consentire alla Regione siciliana di avere ampi margini di manovra nel suo utilizzo. E perché c’è sempre l’occhio attento dell’Europa che passa una parte del suo tempo a cercare e scovare aiuti di Stato. L’Assemblea regionale siciliana alla fine del 2019 ha approvato una legge che istituisce le Zone Franche Montane. Dopo un articolato iter legislativo e dopo i provvedimenti del governo regionale c’è tutto, quasi tutto: c’è la legge, ci sono i Comuni che rientrano nelle ZFM, c’è un comitato che le difende, mancano solo i soldi. Perché la legge va finanziata per consentire, quella che oggi viene indicata come start up. Insomma serve il via libera per far partite le ZFM. Le legge regionale deve però avere il via libera del Parlamento nazionale. Quella approvata dall’Ars è infatti una legge-voto. La legge in questione è ferma al Senato e dal Senato è arrivata una richiesta: la Regione metta per iscritto quanto mette per le ZFM, così la legge ha la copertura finanziaria ed il Senato può procedere all’approvazione. Tutti d’accordo sulle ZFM ma la Regione non ha mai messo un euro. C’è di più. Per evitare noie con l’Europa deve essere chiaro che la copertura finanziaria sia regionale. Il punto focale è dunque questo. La Regione che fa? Approva una delibera che dà il via libera al sistema del credito d’imposta per 100 milioni di euro ma con fondi extraregionali. Quindi nella sostanza non risponde alla richiesta del Senato ed apre un’altra strada che però i Comuni interessati ed il Comitato per le ZFM non intendono seguire. Cento Comuni hanno approvato un atto deliberativo, ora sul tavolo del Presidente della Regione Nello Musumeci, che indica il percorso da seguire. Il Comitato prova a farlo presente ed a rimarcarlo: “Nell’atto deliberativo gli amministratori hanno chiesto al primo cittadino di Sicilia e ai colleghi del governo, di <<emanare apposita delibera di giunta regionale, destinando 20 milioni di euro, tra le risorse indicate al comma 546, articolo 1 della legge 234 del 30 dicembre 2021, a titolo di concorso alla compensazione degli svantaggi strutturali derivanti dalla condizione di insularità>>, per il finanziamento della fase di start up delle disposizioni istitutive le Zone Franche Montane in Sicilia, al fine di favorire la conclusione della fase istruttoria, così auspicato dal Comitato regionale Zone Franche Montane, a difesa del diritto di residenza nelle Terre alte di Sicilia”. Il Comitato va al sodo: “La copertura finanziaria della norma di politica economica in questione deve essere regionale e non statale, per metterla al riparo della Giustizia della concorrenza, quindi, per essere in linea con le normative europee. Le risorse individuate nella Legge di Bilancio alla voce insularità, approvata dalle Camere, sono state previste di fatto per finanziare la start up della fiscalità di sviluppo in Sicilia, risulta stucchevole che ci siano ancora resistenze su questo, facendo leva sulla terminologia e non sui fatti, anche a costo di far perdere la speranza, agli operatori economici delle Terre alte di Sicilia, di guardare al futuro con fiducia”. “Sindaci e amministratori – continua la nota del Co mitato – si dichiarano preoccupati e nelle delibere di giunta comunale specificano che la mancata indicazione, da parte del Governo regionale, di una copertura finanziaria certa non consentirà alla Commissione Bilancio del Senato di rendere un parere favorevole alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato”. Il Comitato rimanda anche ad una dichiarazione di Musumeci che aveva annunciato 20 milioni di euro per il disco verde alle ZFM: “Non comprendiamo la ragione per cui immediatamente dopo il governo regionale si è determinato in maniera diversa, indicando una fonte di finanziamento non gravante sul bilancio della Regione Siciliana, condizione che rischia di affondare la legge in discussione al Senato e che non è coerente con le indicazioni della Ragioneria Generale dello Stato, del Governo e delle Commissioni interessate del Senato”. Forma e sostanza stanno tutte in questo confronto a distanza. Comitato e Comuni hanno dalla loro parte il Partito Democratico. Il Presidente del gruppo parlamentare all’Ars dei democratici Giuseppe Lupo si schiera con la loro richiesta: “Sosteniamo la battaglia dei tanti sindaci siciliani che chiedono l’istituzione delle Zone franche montane e che hanno rivolto un appello al Presidente della Regione Nello Musumeci ed ai componenti del governo affinché si adotti una delibera di giunta regionale necessaria a destinare 20 milioni di euro, tra le risorse previste dalla legge 234 del 30 dicembre 2021, a titolo di concorso alla compensazione degli svantaggi strutturali derivanti dalla condizione di insularità, per il finanziamento della fase di start up delle disposizioni istitutive le Zone franche montane in Sicilia”. Tra le tante carte che accompagnano questa vertenza ancora aperta ci sono quelle che portano alla stima del progetto delle ZFM che si aggira attorno a 350 milioni di euro. I 20 milioni in gioco sarebbero soltanto utili a dar vita alle ZFM.