BUROCRAZIA ED ENERGIA, DAMIGELLA APRE IL FRONTE E CHIEDE LE DIMISSIONI DELL’ONOREVOLE PALMERI

30 Dicembre 2021

Un fiume in piena dietro l’altro. Il primo ha straripato all’inizio del mese. Si chiama Carlo Bonomi e di “mestiere” fa il Presidente di Confindustria. Ha rotto gli argini con l’obiettivo di travolgere le lungaggini burocratiche che rischiano di colpire a morte il tessuto industriale siciliano. Ha partecipato ad un convegno ed ha detto papale papale, rivolgendosi al governo regionale, che le “carte”, troppe “carte”, procedimenti ed autorizzazioni mettono in discussione lo sviluppo delle attività imprenditoriali che puntano e lavorano sull’Isola. Ha anche indicato il nemico numero unico: la Commissione specialistica per le autorizzazioni ambientali. I famosi e fatidici VIA-VAS. Il secondo fiume s’è fatto sentire qualche giorno dopo. Con la stessa forza. E soprattutto con la stessa intensità e chiarezza. Anche questo fiume straripante ha un nome, quello della deputata regionale dei Verdi Valentina Palmeri, che non poteva essere più diretta nei confronti di Confindustria e del suo Presidente nazionale: “Quella stessa Confindustria che, per anni, ha governato nell’ombra la Sicilia con il Sistema Montante e che da quel sistema non ha mai preso le distanze, oggi si permette di attaccare con una incredibile violenza uno degli ultimi baluardi per la difesa del vero sviluppo della nostra regione. Come si usa dire, senza alcun rossore in faccia, il Presidente di quella stessa Confindustria che, a Palazzo d’Orleans, faceva il brutto ed il bruttissimo tempo, attacca a gamba tesa chi, con le proprie scelte amministrative, sempre all’insegna della legalità e del rispetto delle regole, ha difeso il territorio da orribili speculazioni edilizie, pseudo industriali e pseudo innovative, favorendo quel turismo e quello sviluppo sostenibile che uniscono bellezza ed economia in Sicilia”. E per essere ancora più chiara: “Certamente diverse sono le responsabilità ed i tentativi di pseudo-sviluppo portati avanti da un pezzo consistente della pseudo-imprenditorialità di cui parla Bonomi: quella stessa imprenditorialità che oggi vorrebbe trasformare la Sicilia in un unico gigantesco pannello solare all’insegna del Green Washing, quella stessa pseudo-imprenditorialità che, da decenni, si arricchisce con il business dei rifiuti, avallato da parte consistente della burocrazia e dei governi regionali da Cuffaro in poi”. La deputata dei Verdi ha anche affrontato la questione CTS: “Continua ad essere ingolfata da una pioggia di richieste di pareri e provvedimenti che mai e poi mai, tanto è evidente la loro inammissibilità, dovrebbero essere portate alla discussione. Si tratta di richieste disallineate e del tutto sganciate dalle pianificazioni previste a monte dalla legge. E’ così legittimo avere il dubbio che il vero obiettivo di una parte della burocrazia regionale sia quello di scaricare tutte le responsabilità sulla CTS, delegittimandola, impendendole di lavorare”. Per “avere invece le mani libere per progetti più o meno inutili ma certamente remunerativi”. E’ di queste ore il terzo fiume in piena. Con un altro nome e cognome: Giovanni Leonardo Damigella che di “mestiere” fa l’imprenditore. E’ a capo della “Mondial Granit”, con sedi a Chiaromonte Gulfi e Custonaci, e si occupa di produzione e lavorazione del marmo. Anche in questo caso non fa difetto la chiarezza ed il messaggio all’onorevole Palmeri è inequivocabile: “Le sue accuse sono inaccettabili. Dovrebbe dimettersi. Servono centrali nucleari ed inceneritori per garantire la produzione dell’energia elettrica che oggi l’Italia importa dall’estero”.  Ed ancora: “Gli industriali siciliani operano nella legalità, pur in una situazione di grande difficoltà, dove la burocrazia e l’inefficienza rendono tutto più complicato. Chi accusa gli industriali e gli imprenditori siciliani in modo indegno dovrebbe chiedere scusa e soprattutto dovrebbe lasciare la carica che ricopre, dovrebbe dimettersi”. Damigella non molla la presa: “Le parole di Valentina Palmeri ci offendono e sono una mistificazione della realtà. Montante non ha nulla a che vedere con il sistema delle imprese siciliane, quelle vere e quelle sane, che lottano ogni giorno per sopravvivere in condizioni difficilissime. Questi sono semmai i bubboni che nascono dal rapporto con la politica. Sono vicende gravissime su cui la magistratura si è già espressa con sentenze. Ed altre sono attese”. Lancia anche la sua sfida: “Un’impresa che opera in Sicilia vive difficoltà enormi. In altre regioni d’Italia, come nel Nord Est, le imprese sono sostenute ed agevolate, le pratiche e gli adempimenti si svolgono in modo rapido ed efficiente. Qui in Sicilia manca tutto e le imprese soffrono: mancano le infrastrutture, spesso la rete elettrica o la copertura internet sono precarie”. La sfida lo porta ad aprire un nuovo fronte, quello energetico. Damigella taglia corto: “Oggi siamo costretti ad importare energia elettrica. La Francia, che ha creato le centrali nucleari ai piedi delle Alpi, ai nostri confini, è uno dei nostri maggiori fornitori. Noi non siamo autosufficienti da un punto di vista energetico. Non abbiamo centrali nucleari ed inceneritori perché un falso ambientalismo ha creato ostacoli inutili perché la nuova tecnologia garantisce la massima sicurezza di questi impianti. Chi combatte per impedire la creazione delle centrali nucleari vuole farci ritornare alle candele o al braciere dei nostri nonni”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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