TRAPANI, IL CASO DELL’ASSISTENZA AGLI STUDENTI DISABILI SI PUO’ RISOLVERE…SENZA PROPAGANDA

26 Novembre 2021

Nel caso assistenza agli alunni disabili si gioca con le parole, con le leggi e con le competenze. E’ ormai una sfida affidata alla propaganda che ha finora avuto il risultato di portare la questione su un binario morto. Tra gli “ho ragione io”, “no, invece, ho ragione io”, tutto in un confronto in punta di diritto alquanto sbrigativo, rimane il problema. Gli studenti disabili continuano ad essere penalizzati. L’ultimo capitolo dei colpi di scena che non sono di scena, riguarda la nota dell’Assessorato regionale alla Famiglia richiesta dal Comune di Trapani per fare chiarezza sull’utilizzo dei fondi del Distretto Socio-Sanitario n.50. Il testo della nota – prima divulgata ad alcuni organi di stampa e non altri – e poi argomentato da un comunicato stampa del Comune tiene a sottolineare un punto, che era tuttavia consacrato: l’assistenza igienico- personale è di competenza statale, quindi delle scuole con il personale ATA. Sul punto, chiaro, andando oltre il super citato parere del Consiglio di Giustizia Amministrativo, si è aperta una ulteriore disquisizione, con la differenza tra assistenza di base ed assistenza specialistica. La prima di competenza statale, la seconda, considerata di competenza comunale. Differenziazione che il Comune ha sempre contestato perché non l’ha mai rilevata in nessuna norma (un mix di leggi nazionali e regionali shakerate all’italiana per creare confusione, indeterminatezza e ad arbitrarietà). Uno dei tanti capitoli aperti su questa storia e che ha portato alla nota del Comune indirizzata all’Assessorato rimanda all’utilizzo dei fondi a disposizione del Distretto così come delineato dall’assessore regionale competente. Assessore Antonio Scavone, che al di là del caso in discussione, farebbe bene a ripassarsi un po’ di norme. Nella famosa e fatidica riunione di Commissione all’Ars, con l’audizione del sindaco Giacomo Tranchida, l’assessore ha invitato il primo cittadino ad utilizzare i fondi del Distretto. La risposta del sindaco è stata: mettimi per iscritto che posso utilizzare i fondi di cui parli per l’assistenza igienico-personale ed io lo faccio. Ma c’era poco da mettere nero su bianco perché se c’è un punto assodato in questa triste storia è che questo tipo di assistenza non è di competenza comunale, al di là della specializzazione o meno. Nella stessa nota dell’assessorato – nota che porta il Comune a cantare vittoria – si legge che “nel Piano di zona trovano accoglimento altri servizi strumentali e necessari per favorire il diritto allo studio del minore con disabilità: il trasporto scolastico ed il servizio socio-educativo quale l’Asacom”. E qui i Comuni sono chiamati in causa nel gioco delle competenze. Del resto ci sono i fondi per intervenire. Facile comprendere cos’è il trasporto scolastico, c’è poco da spiegare. Più interessante seguire invece le mansioni Asacom sono dettagliate. Ecco cosa fa un Asacom:   opera a supporto del personale scolastico e sociale e degli operatori sanitari nell’assistenza dello studente con disabilità; supporta personalmente lo studente nella conduzione delle attività scolastiche e dei rapporti relazionali con insegnanti e compagni; conduce attività di supporto all’autonomia, alla comunicazione e all’integrazione; collabora con il personale specializzato dell’istituto scolastico nella realizzazione di attività orientante allo sviluppo di abilità comunicazionali, linguistiche e relazionali, nonché allo sviluppo dell’autonomia, delle skills, alla rieducazione, riattivazione e al recupero funzionale. Se poi si leggono i mansionari di alcuni Comuni, per esempio quello del Comune di Roccalumera (Messina) che non è diverso dall’altro del Comune di Castegnato (provincia di Brescia), e l’elenco potrebbe continuare, si registra che tra le altre cose si occupano di “sostegno all’autonomia personale sul piano delle necessità di base (mangiare – compresa l’eventuale assistenza durante la mensa scolastica – spostarsi, uso dei servizi, vestirsi e svestirsi, ecc. ) e, in generale, la cura della persona”. Tornando alla nota dell’Assessorato viene indicata la somma di 120.294,30 euro che il Piano di Zona ha riservato al servizio Asacom. Da qui una constatazione che nasce dal combinato disposto tra polemiche, testimonianze delle famiglie, norme e contro norme, assistenza di base e specialistica, che quel che manca per risolvere il caso passa dal Piano di Zona. Ed il Piano di Zona è di competenza comunale. Ancora meglio è di competenza dei Comuni del Distretto (Trapani è quello capofila), dell’Azienda sanitaria provinciale e del Terzo Settore.

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