ARRIVA LA LINEA DEL PD DI TRAPANI SUL CASO INFIORATA. LA NOTA DEL SEGRETARIO RALLO

22 Ottobre 2021

Gli avversari potrebbero dire che si tratta di qualcosa di simile al detto “un colpo alla botte ed uno al cerchio”. Qualche altro avversario potrebbe parlare di posizione e condizione scomoda che fa emergere imbarazzo. E qualcun altro ancora di mossa tattica, di posizionamento tra le le due linee di confine tentando di non scontentare nessuno dei due fronti e provando, ad avvicinarli, sicuramente provando a depotenziare la polemica. Ma l’elemento politico da valutare e da prendere in considerazione e che si svilupperà nelle prossime ore sarà quello interno. Il fronte democratico che ora potrà confrontarsi con la linea ufficiale del partito sul cosiddetto “caso infiorata”. Il Pd finora era diviso in due. Da una parte c’erano i critici delle scelte e delle idee del sindaco Giacomo Tranchida, dall’altro il silenzio. Ora non è più così. Ha preso posizione il segretario comunale Andrea Rallo. Questa la sua nota integrale: Mettete dei fiori nei vostri cannoni … , così recitava il refrain di un celebre brano musicale che nel 1967 riprendeva lo slogan di una intera generazione di pacifisti, “… era scritto in un cartello sulla schiena di ragazzi che, senza conoscersi, di città diverse, socialmente differenti, in giro per le strade della loro città cantavano la loro proposta … Purtroppo, abbiamo fatto esperienza che anche dei delicatissimi fiori, in un’epoca in cui <<il social>> non sempre viene utilizzato per sperimentare conoscenza e confronto costruttivo, possono fare male. E sicuramente possono aver fatto male, come uno schiaffo dato in faccia, alle donne che, spesso nella più profonda solitudine, si sono scontrate con una vicenda dolorosa come quella dell’aborto. In questa vicenda il Pd di Trapani non aveva ritenuto di scendere in campo perché rifiuta sempre … di farsi portatore di ogni speculazione e strumentalizzazione non utili a risolvere problemi gravi – come il tema che ci occupa – ma soltanto per un frainteso senso del dovere, nel dire la propria, o per una mera acquisizione di visibilità. Tuttavia, abbiamo letto e sentito tanto, troppo; a caldo ed eccessivamente vicini al clamore mediatico. Di fronte, però, ad un invito a porre un dialogo costruttivo – da accogliere sicuramente e proveniente, nella fattispecie, dal Vescovo Fragnelli – che mira ad alleviare la solitudine ed il dolore delle donne ed a trovare una sperata via d’uscita a situazioni apparentemente senza alternative, riteniamo utile fornire alcune propositive valutazioni: 1) La 194 è dal 1978 legge dello Stato e come tale va applicata ed è legittimo che chi si è speso per la sua approvazione si spenda ancora adesso per difenderne non solo l’esistenza ma anche una corretta applicazione. A questo proposito poniamo l’accento non soltanto sulla circostanza che, talvolta, situazioni in assoluto drammatiche possano portare addirittura alcune donne nel baratro della clandestinità ma, in particolare, sulla insufficiente applicazione delle previsioni di cui all’art. 2 e, soprattutto, con riguardo alle specifiche previsioni di cui sub c) e d) della stessa Legge 194, che mirano all’eventuale e possibile superamento – come auspica il legislatore – delle <<cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza>>. 2) Riteniamo che l’inserimento dell’immagine sulla pagina FB della Città di Trapani – allo scopo unico di pubblicizzare un evento patrocinato gratuitamente dal Comune stesso – non sia stata fatta con l’intento di lanciare un messaggio in particolare. Peraltro, è da riconoscere il valore delle scuse, oltre che delle spiegazioni, del Presidente dell’Associazione organizzatrice della manifestazione. Indubbiamente, l’immagine non lascia spazio ad interpretazioni diverse e non appare condivisibile l’utilizzo che ne è stato fatto. 3) Purtuttavia, proprio il richiamo ad una visione davvero laica deve consentire a ciascuno di esprimere le proprie idee ed anche il proprio credo. Chiaramente, sottolineiamo che la libertà d’espressione, come ogni libertà, ha un limite nel rispetto della libertà degli altri e, in questo caso, nella sensibilità degli altri e, in particolare, di quelle donne, di quelle madri che hanno sperimentato nel proprio cuore una ferita sicuramente difficile a rimarginarsi. Da ultimo, appare doveroso precisare – perché è evidente che sia stato dimenticato da qualcuno – che la Politica non dovrebbe mai perdere di vista problemi reali che, tutt’oggi, affliggono la società. I temi dell’aborto, dell’obiezione di coscienza, dell’educazione sessuale ed alla affettività (purtroppo ignorata) creano da sempre divisione e pochi momenti di incontro. Dovremmo concentrarci sulle <<barriere>> che si creano attorno a questi temi, sulle difficoltà che le donne continuano a vivere, sui limiti alla loro effettiva capacità di autodeterminazione. La politica non dovrebbe mai strumentalizzarli. Piuttosto, dovrebbe creare le condizioni per il confronto e per la ricerca di soluzioni. Giova, al proposito, richiamare Livia Turco che, nel suo libro, racconta: <<Fu un dialogo bellissimo, un passa parola tra donne che si sentivano protagoniste e che volevano andare avanti nella conquista dei loro diritti e nella promozione della loro dignità. Donne di tutte le generazioni che si guardavano negli occhi. Non c’era solo una legge da difendere ed applicare ma dei valori da affermare ed una società da cambiare per renderla più umana, a misura di donne e uomini>>. Infine, a conferma di come possa essere importante un appropriato uso dei fiori, concludiamo scavando nella storia, di quanto avveniva in quei mitici anni ’60. Potremmo, così, trovare illuminante – sotto tanti aspetti – un celebre scatto con cui il fotografo francese Marc Riboud immortalò, nell’ottobre del ’67, Jan Rose Kasmir a Washington: <<una ragazza con un fiore in mano davanti a tanti fucili”. Quella foto si commenta da se: “Da una parte la leggerezza e la fragilità di un fiore, dall’altra la potenza delle armi puntate>>. Oggi quel fiore – che fu offerto ai militari e diede speranza a molti giovani impegnati nella guerra del Vietnam – lo offriamo, come segno di speranza e di vicinanza, alle tante donne che oggi hanno, non solo metaforicamente, tante armi puntate contro e che stanno affrontando o hanno affrontato, nel silenzio delle loro case, il peso di una scelta, voluta o non voluta, che nessuno può permettersi di giudicare, limitare o strumentalizzare in base ad un mero tornaconto politico”. Questa la linea del Pd di Trapani.

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