VALDERICE, PD: “STABILE FA IL DECISIONISTA SENZA AVERE DECISO NULLA”

2 Settembre 2021

Si riaccende il dibattito politico a Valderice. Il Pd torna in prima linea e torna a colpire duro sull’azzeramento-rimpasto di giunta. Anche per rispondere, a muso duro, alle dichiarazioni del sindaco Francesco Stabile, che viene considerato “come un disco rotto”. I democratici spiegano perché: “Per quanto legittima la sua tattica risulta essere perdente. Non gli consentiremo di sfuggire al punto che sta dietro all’azzeramento-rimpasto e alla sua incapacità di governo: il Comune è allo sbando. Sappiamo bene che ne è consapevole anche lui e comprendiamo che non possa far altro che negarlo, ma la condizione di assoluto degrado che sta colpendo
la nostra comunità finirà per archiviare una fase amministrativa grigia, inadeguata e reticente nei confronti dei valdericini”. Il Pd rilancia. E nella nota che porta la firma della “reggente” Sabrina Cucciardi invita il sindaco ad uscire allo scoperto: “Dovrebbe avere il coraggio di uscire dall’ipocrisia del patto civico e dichiarare pubblicamente di essere il sindaco di una coalizione di destra-centro, con Lega-VIA, Diventerà Bellissima ed Udc. Del resto un suo alleato che intende recuperare, il Psi da lui definito dal comportamento “ombroso”, ha avuto modo di rimarcare la deriva verso destra del suo ultimo rimpasto”. I dem provano a proporre un altro schema politico per affrontare il dibattito tra parti contrapposte: “Stabile dovrebbe avere il coraggio di confrontarsi e di non sfuggire al dibattito sulle questioni fondamentali per il nostro territorio: porticciolo turistico di Bonagia, impianto di depurazione e fognature di Sant’Andrea-Bonagia, padiglione cimiteriale, Piano regolatore generale, approvvigionamento idrico e sostegno alle attività produttive. Il Comune è abbandonato a se stesso perché Stabile ha deciso di fare il decisionista non essendo però riuscito finora a decidere nulla di concreto. Quel che ha prodotto sono soltanto piccole manovre politiche di vecchio stampo e ordinaria amministrazione. Forse con l’ultimo rimpasto non è riuscito a fare neanche questo perché rischia di non avere più una maggioranza”. Il Pd vuole un confronto sul campo, punto su punto: “C’è poco di diabolico in quel che afferma il Partito Democratico. Noi siamo presenti sul territorio e di conseguenza abbiamo il dovere di registrare e verificare quel che accade. I valdericini sono stremati e stanchi. Stanchi di un sindaco che non dà risposte e che pensa di vivacchiare con il giochetto del confronto con il passato, più o meno, recente”. La nota del Pd apre al sarcasmo: “Non dovremmo dargli questo vantaggio ma vogliamo essere intellettualmente onesti fino in fondo. Così gli consigliamo di non continuare su questa strada perché a Valderice nessuno più crede a questa scusa e soprattutto in tanti, di fronte alla sua inefficienza, a volte appesantita da una inopportuna arroganza, cominciano seriamente e pubblicamente e rivalutare il passato che Stabile tenta continuamente di utilizzare come scudo. Se ne faccia una ragione. Quel passato che contesta, porta ad una classe dirigente, ad una proposta politica, ad atti amministrativi che hanno lasciato un segno indelebile, ad una azione di governo di prospettiva. Ecco perché, ancora una volta, al posto di sottrarsi accetti il confronto su quanto realizzato dagli amministratori del passato. Scelga i modi e il luogo. Il
suo presente costruito sul nulla e definito dal potere per il potere interessa solo a pochi tifosi e non potrà avere alcun futuro. Noi, Valderice, l’abbiamo amministrata con onestà, passione e lungimiranza. Stabile è ancora alla ricerca di un’idea, di un progetto credibile di sviluppo per il territorio. Valderice non merita un sindaco che si difende – per motivare le sue scelte – utilizzando la zizzania politica anche all’interno della sua stessa coalizione. Per amministrare un territorio bisogna affidarsi al senso di responsabilità, alla capacità di governo e alla maturità politica. Ma il sindaco ha dimostrato di non avere né l’una, né l’altra”. Il documento della Cucciardi si conclude con una nuova metafora cinematografica: “Avevamo immaginato uno scenario western per dare colore ad uno sbiadito ed inutile rimpasto. Riteniamo necessario cambiare genere. Qui si tratta ormai di un film comico di scarso valore, con attori amatoriali ed
un capo comico assolutamente di basso livello artistico”.

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