PINSONE (VOX POPULI): “UN NUOVO AEROPORTO. PRONTI A REALIZZARLO IN DUE ANNI NELLA VALLE DEL NICETO”

2 Agosto 2021

Il settimo. Aveva provato a realizzarlo Agrigento, ma è andata male. Ora ci prova Messina. C’è l’area, c’è il progetto, ci sono i finanziatori per il settimo aeroporto siciliano. Da realizzare in un’area che interessa tre Comuni: San Giorgio Monforte, Pace del Mela e San Pier Niceto. Il progettista Carmelo Di Bartola entra nel merito: “La scelta del territorio non è casuale o dettata da campanilismo. Il sito individuato si trova quasi al centro della tratta autostradale compresa tra Tusa e Giardini Naxos e i suoi raggi di influenza comprendono Cefalù e Taormina, rendendolo perfettamente funzionale alle esigenze dei circa 627 mila abitanti della provincia di Messina, ma anche dei siciliani e dei turisti che si trovano distanti dagli scali di Palermo e Catania”. Il nuovo scalo avrebbe anche una cittadella aeroportuale, “dotata – ha aggiunto Di Bartola – di tutte le infrastrutture necessarie  ad incentivare l’export della produzione siciliana dell’agricoltura, del florovivaismo, della pesca, dell’artigianato, soprattutto verso i mercati asiatici, che costituiscono il 40% della popolazione mondiale”. Il progetto è stato presentato lo scorso 31 luglio. Il costo è stato stimato in circa 300 milioni di euro. Il nuovo aeroporto della Valle del Niceto sarebbe pronto a sviluppare un volume di traffico di un milione e 400 mila passeggeri. Verrebbe finanziato da holding private – due fondi statunitensi sono pronti a firmare i protocolli d’intesa ed altri hanno manifestato interesse per il progetto –  ed ha già il via libera del governo di Malta che ha messo a disposizione la sua compagnia aerea, Air Malta. Tra gli investitori ci sarebbe pure la Unicoop Sicilia. Il nuovo aeroporto potrebbe essere realizzato in due anni. Lo ha confermato più volte Lucia Pinsone, presidente del movimento “Vox Populi” ed ex candidata alla Presidenza della Regione. E’ lei l’anima del progetto e della sfida ed è lei ad avere lanciato la sfida alla politica: “Di questo aeroporto si parla da decenni, ma le deputazioni messinesi, che si sono susseguite, non hanno mai trovato conveniente realizzarlo”. Pinsone e Di Bartola chiamano in causa il Ministero delle Infrastrutture e l’Enac. E’ infatti da lì che passa il via libera alla realizzazione del nuovo scalo. Sarebbe il settimo aeroporto dell’Isola dopo Palermo, Catania, Birgi, Comiso, Pantelleria e Lampedusa. La carta del settimo scalo è passata anche da Agrigento, con l’aeroporto della Valle dei Templi. Nel febbraio del 2007 il Presidente della Provincia Vincenzo Fontana lo considerava una realtà. Annunciava infatti il co-finanziamento della Regione, circa 35 milioni di euro e l’impegno di alcuni investitori privati. Presidente del governo siciliano era Totò Cuffaro. Era stato costituito il Consorzio “Aeroporto Valle dei Templi”, presieduto da Marcello Massinelli. Venne costituita una società, “Aeroporto Valle dei Templi”, che ebbe delle quote nell’Airgest, società di gestione dell’aeroporto di Birgi. Una vicenda complessa che portò alla liquidazione di quella agrigentina e successivamente al fallimento tecnico-politico del progetto di realizzare il nuovo scalo. La proposta Pinsone-Di Bartola, sostenuta dai tre Comuni messinesi che hanno approvato le rispettive delibere per individuare l’area, arriva in una fase di confronto sulla gestione degli aeroporti siciliani. Gli scali stanno tentando di recuperare dopo i danni causati dalla pandemia e s’interrogano, con la politica in prima fila, sul loro sistema di gestione. Continua a rimanere in gioco la soluzione dei poli aeroportuali, ma anche quella di una gestione unica. C’è anche da fare i conti con i bilanci delle società che si occupano degli scali e con l’articolazione delle compagini societarie che le sostengono. Pinsone e Di Bartola, comunque, annunciano battaglia: “Nei prossimi giorni chiederemo incontri urgenti al Presidente della Regione, al Ministro dei Trasporti, all’Enac ed a tutte le autorità competenti per presentare il lavoro svolto fin qui e chiedere che finalmente facciano la propria parte istituzionale nel rispetto di una così grande parte dei siciliani”.

 

 

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