Da un lato l’assessore Giuseppe Pellegrino e la consigliera Laura Genco. Dall’altra, il consigliere Domenico Ferrante e l’avvocato Massimo Zaccarini. Nel mezzo l’ATM, partecipata del Comune di Trapani per il trasporto pubblico locale, il suo nuovo consiglio d’amministrazione, la lista Demos e le elezioni del 2018. Un puzzle di difficile composizione che rimanda ad un chiarimento a muso duro all’interno di una parte della maggioranza che sostiene il primo cittadino Giacomo Tranchida. Il casus belli porta alle dimissioni di Zaccarini dalla carica di consigliere dell’ATM, alla nomina del nuovo Cda senza la rivendicata rappresentanza di Demos – l’avvocato è stato uno dei rappresentanti della lista – ed alle proteste di Ferrante ed anche alle sue critiche nei confronti di Pellegrino che non avrebbe difeso la causa della lista per timore – idea di Ferrante – di perdere la “poltrona” finendo per entrare in rotta di collisione con le scelte del sindaco. Da qui la reazione dell’assessore che ha voluto precisare alcuni punti – con tanto di nota – aprendo delle vere e proprie vertenze politiche. La prima è sulle dimissioni di Zaccarini. Finito fuori dal Cda dopo la sua scelta di difendere l’ex direttore generale dell’ATM Giuseppe Barone coinvolto in una operazione antimafia. Difesa più che mai legittima, Zaccarini fa l’avvocato. Ma considerata da Tranchida inconciliabile politicamente con la sua presenza nel Cda della società. Pellegrino sottolinea di aver tentato una mediazione – pur non condividendo la decisione di Zaccarini di consegnare le sue dimissioni a Ferrante – e di avere trovato un muro di fronte a sé, con lo stesso Ferrante irremovibile nella ricerca di un compromesso. L’assessore ha poi blindato storicamente la sua nomina in giunta ricordando a Ferrante che è stata ampiamente legittimata dalla lista Demos e di conseguenza di non avere mai temuto ed a maggior ragione per le vicende dell’ATM di poterla perdere o di doverla difendere perché non c’era nulla da perdere o da difendere. L’assessore ha poi fatto chiarezza anche sulla vertenza Genco. Una polemica che continua ancora oggi. La consigliera e Ferrante sono stati per mesi in netta contrapposizione, a suon di ricorsi, per un seggio consiliare. Prima assegnato alla Genco, poi definitivamente al Ferrante ma con la presenza in aula della Genco grazie alla nomina di Pellegrino in giunta ed alla sua scelta di dimettersi dalla carica consiliare. All’atto del ritorno in aula la consigliera ha dichiarato di non voler entrare nel gruppo Demos. Decisione che Ferrante ha utilizzato nel caso ATM quando ha letto la firma della collega nei documento che la stessa consigliera e Pellegrino hanno prodotto per fare il punto sulle questioni poste da Ferrante. Pellegrino entra nel merito della questione e chiarisce che la consigliera Genco non si è mai dissociata dalla lista e men che meno dalla maggioranza. Ha invece espresso tutta la sua disistima e la sua assoluta mancanza di fiducia nei confronti di Ferrante, nel frattempo nominato capogruppo di “Demos-Cambiamenti”. L’assessore ha poi aggiunto che non può certo essere Ferrante a rappresentare le ragioni della lista “Demos” e che è stato nominato capogruppo per la disponibilità degli altri due consiglieri, Giulia Passalacqua ed Enzo Guaiana che non sono stati eletti nella lista “Demos” ma in “Cambiamenti”. La sintesi quanto mai intrigata di questa vicenda che lascia intendere che vi saranno ulteriori sviluppi tratteggia come una prima conclusione: Ferrante è sempre più distante dalla maggioranza e dalla coalizione Tranchida e si avvia a fare parte integrante se non dell’opposizione almeno di un’area sicuramente critica e non in linea con le scelte dell’amministrazione Tranchida.
TRAPANI, ASSESSORE PELLEGRINO: “CARO FERRANTE TI SCRIVO PER DIRTI CHE…”
13 Gennaio 2021
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