L’opposizione va avanti. E soprattutto non cambia idea. I consiglieri di maggioranza Giuseppe Bannino, Francesco Sammartano e Ramona Aloia non possono rimanere al loro posto. Dopo il primo, arriva anche il secondo esposto. Che viene così motivato: “Poiché – i neo eletti Bannino e Sammartano, rivestivano (e rivestono), al momento della presentazione delle relative candidature un grado militare configurabile, ai sensi e per gli effetti di legge, come ufficiale superiore: il primo in quanto Tenente Colonnello dell’Esercito, operante presso la Caserma Giannettino di Trapani, ed il secondo in quanto Capitano di Corvetta in servizio presso la Capitaneria di Porto di Trapani). Entrambi, quindi, non possono rivestire la carica di consigliere comunale a Favignana in base alla legge regionale siciliana 31 del 24 giugno 1986 e successive modifiche, le cui disposizioni prescrivono testualmente che <<non sono eleggibili a consigliere comunale nel territorio nel quale esercitano il comando, gli ufficiali superiori della Forze Armate dello Stato>>. Per quanto riguarda Ramona Aloia, invece si precisa che la stessa non può rivestire carica di consigliere comunale in quanto, sempre per la stessa legge regionale, versa in una condizione di incompatibilità pre-esistente all’elezione, essendo dipendente già al tempo della sua candidatura, di una cooperativa che ha parte direttamente in servizi svolti per conto e nell’interesse del Comune di Favignana, disponendo di ampia autonomia organizzativa e operativa ai fini dell’espletamento degli interventi e degli adempimenti di sua competenza”. Il secondo esposto della minoranza segue la risposta del segretario generale del Comune, chiamato in causa dai consiglieri d’opposizione, che in attesa di un parere ufficiale dell’Assessorato regionale alle Autonomie Locali e di un pronunciamento del Prefetto, hanno deciso di non partecipare ai lavori d’aula. Scelta confermata dalla capogruppo, ex candidato sindaco, Maria Sinagra: “Considerato che, non essendo il consiglio comunale di Favignana regolarmente costituito a causa della sussistenza delle condizioni ostative e ritenendo quindi illegittimi gli atti adottati dal consiglio comunale nella sua prima adunanza, così come lo saranno, perla stessa ragione, le deliberazioni che saranno assunte, abbiamo deciso di astenerci dal partecipare ad ulteriori sedute consiliari nelle more della relativa regolarizzazione”. La risposta del segretario generale del Comune non ha però lasciato margini alla tesi della minoranza, non riscontrando alcuna condizione di ineleggibilità e neanche d’incompatibilità per i tre consiglieri finiti in discussione. Una risposta, in punta di diritto, che tuttavia non ha convinto l’opposizione che intende andare fino in fondo.