Fratelli d’Italia ha il suo Circolo a Trapani, intitolato a “Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse” ed ha anche il nuovo presidente che dovrà guidarlo. Si tratta di Christian Farsaci, nominato dal portavoce provinciale del partito Maurizio Miceli che lo ha presentato così: “Ha una lungimirante visione metropolitana di Trapani, quella che oggi dovrebbe ispirare gli amministratori e che trova ampi consensi nell’opinione pubblica. Se il compito dei partiti, ed in particolare di Fratelli d’Italia, è quello di creare una nuova classe dirigente, non potevamo indicare figura più adeguata, per competenza e spirito di abnegazione. Siamo certi che Farsaci consentirà al partito di crescere e di migliorare la propria azione in città volando alto verso una Trapani finalmente all’avanguardia”. Ed il neo presidente di Circolo ha le idee chiare sulla città e su ciò che serve per rilanciarla: “E’ obiettivo comune, mio e del Coordinamento, quello di costruire in città un partito plurale, capace di redimere la politica dai suoi vizi e dalle sue incapacità, tentando di creare una nuova primavera che non derivi però da una personalizzazione politica, che in buona misura si prefigura nel leader che finisce per sommare in sé tutto”. Ed ancora: “Governare le città in questi tempi feroci e poveri è una difficile missione che deve tenere conto dei mutevoli fattori sociali, economici, politici e delle disillusioni di chi in passato aveva creduto, difficoltà che però non deve tramutarsi in facile alibi per gli attuali e futuri amministratori. Trapani è un territorio sbiadito, ormai assuefatto ad una mediocre ordinarietà, prototipo di una città approssimativa in cui l’attuale litigiosa classe politica, abituata a campare di rendita si è ammosciata con il passare del tempo per mancanza di competizione e di idee, generando nella cittadinanza la perdita del senso di comunità”. Il cambiamento che propone l’architetto Farsaci è radicale: “Sono convinto che sia necessaria una rivoluzione, che sia morale, etica e culturale, basata su un processo di crescita democratica, che metta al centro la comunità attraverso i luoghi della partecipazione, le agorà pubbliche o social, una rete tra cittadini, imprese, associazioni, che saranno invitate a dialogare all’unisono in quella che la liturgia politica indica come concertazione istituzionale, un progetto gentile con mano leggera e cuore saldo, che entusiasmi tutti nessuno escluso, ma che soprattutto sia capace di restituire dignità alla città capoluogo”.