Doloso o colposo che sia, fa sempre e comunque danno. E’ la premessa dell’ordine del giorno del Pd trapanese approvato nella riunione della direzione provinciale dello scorso 31 agosto a Marsala. I dem fanno il lungo elenco dei tre mesi di “fuoco”, giugno, luglio ed agosto, che hanno devastato aree boschive e macchia mediterranea in tutta la Sicilia. Il “fuoco” si è particolarmente accanito nel territorio locale: Monte Cofano, Montagna Grande, Bosco di Castellaccio a Santa Ninfa, Makari, Castelluzzo e Biro a San Vito Lo Capo, la pre-riserva dello Zingaro, Bosco Scorace, Monte Sparagio, fino all’area di Segesta e Selinunte. Un massacro di ettari ed ettari che rappresenta un attacco frontale all’ambiente ma anche come sottolinea il documento dem, un colpo durissimo “all’economia turistica”. Il Pd ha preso in consegna per le sue valutazioni politiche uno studio dell’ex Corpo Forestale statale, del WWf ed ha seguito i primi accertamenti sugli incendi dei Forestali regionali. E lo studio definisce un quadro allarmante. Perché “la maggior parte delle cause degli incendi – rimarca l’ordine del giorno dei democratici – è chiaramente riconducibile ad azioni dolose e volontarie di veri e propri criminali che devono essere perseguiti con pesanti sanzioni penali”. Ma ci sono anche i casi che rimandano ad incendi colposi o involontari, determinati da “atti d’imprudenza, negligenza, disattenzione o ignoranza”. Anche in questo caso da affrontare con sanzioni severe “non soltanto penali”. La sostanza però non cambia. La terra brucia e con la terra bruciano le opportunità di sviluppo d’interi territori. Da qui la strategia del Pd, che il partito ha voluto consegnare, con il suo ordine del giorno ai suoi eletti, a tutti i livelli istituzionali per definire una nuova strategia d’intervento. Che passa da “una capillare campagna d’informazione per la tutela ambientale e per la protezione civile”. Che punta “sul potenziamento dei sistemi di avvistamento e di allarme e sulla videosorveglianza”. Il Pd punta la sua attenzione anche sui “viali parafuoco e sulla manutenzione” delle aree a rischio. E rilancia sull’attività vivaistica da spingere verso la produzione di specie autoctone. Un piano d’azione che dovrà essere sostenuto dalle leggi già in vigore e con altre soluzioni che chiamano in causa l’attività parlamentare. L’ordine del giorno, primo firmatario l’ex deputato regionale Camillo Oddo, è stato approvato all’unanimità dalla direzione.