QUOTE TONNO, I NUMERI DEL SOTTOSEGRETARIO LEGHISTA NON TORNANO

1 Giugno 2019

Il sottosegretario leghista Franco Manzato si difende ma lo fa male perchè ci sono i numeri a dire un’altra cosa rispetto al suo dichiarato impegno per la Tonnara di Favignana. Nel decreto direttoriale numero 6.750 del 17 aprile del 2019 si legeva che per il sistema di pesca con Tonnara fissa la quota tonno da prendere in considerazione era quella del 2017, pari a 279,73 tonnellate (quota indivisa). Lo stesso decreto diceva che la quota in questione era appannaggio delle tonnare sarde “Isola Piana” (Carloforte), “Capo Altano” (Portoscuso), “Porto Paglia”. Sosteneva anche che se prendevano tonni durante la fase non ancora definita da un decreto ministeriale era a quel quantitativo che bisognava fare riferimento. Il decreto direttoriale del 17 aprile aggiungeva che la quota incrementale, aggiuntiva, era di 84,69 tonnellate, poteva essere utilizzata anche dalle prime tre tonnare nel caso della fine della quota “ordinaria”. Nella quota aggiuntiva rientravano comunque le Tonnare di Favignana e di “Cala Vinagra”. Anche quest’ultima sarda. Primo dato, tra quota ordinaria ed aggiuntiva alle Tonnare veniva destinata una quota tonno di 364,42 tonnellate. Il 15 maggio ci mette mano il sottosegretario leghista e la quota aggiuntiva passa da 84,9 a 29,05 tonnellate. Di questa, il 50% andava a Favignana e l’altro 50% a Cala Vinagra”. Il decreto definiva la quota tonno totale, per il 2019, in 357,41 tonnellate. E’ dunque evidente ed è qui che sta il punto che la quota ordinaria è salita da 279,73 (decreto direttoriale aprile 2019) a 328,36 tonnnellate. Mentre la quota aggiuntiva è scesa da 84,9 a 29,05 tonnellate. C’è da aggiungere che con il decreto del sottosegretario leghista si certifica la riduzione di 7 tonnellate complessive (quota ordinaria+quota aggiuntiva) tra la quota tonno per le Tonnare del decreto direttoriale e la quota tonno indicata nel decreto del sottosegretario. Di conseguenza, le dichiarazioni di Manzato non hanno riscontro nei numeri. Quella del sottosegretario e quindi del Ministero delle Politiche Agricole è una scelta politica, sicuramente legittima ma esclusivamente politica.

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