La questione “mozione antifascista” si complica. Anzi s’ingarbuglia perché finirà per essere materia di avvocati, di ricorsi e di tribunali. Michele Rallo e Peppe Bica – memori che la miglior difesa è l’attacco – hanno deciso di “sfidare” l’amministrazione del sindaco Giacomo Tranchida e soprattutto il consiglio comunale che ha votato la mozione. L’ex parlamentare e l’ex sindaco di Custonaci hanno infatti chiesto l’utilizzo del suolo pubblico senza però allegare la dichiarazione “antifascista”. Ancora più intrigante e battagliera la motivazione che i due rappresentanti politici hanno posto alla richiesta. Intendono infatti raccogliere le firme in difesa dell’articolo 1, comma 1, della Costituzione: “Tutti hanno diritto di manifestare
liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo
di diffusione”. Una richiesta-provocazione che mette in discussione il contenuto della mozione ma sopratutto punta ad aprire un contenzioso legale. Per Rallo e Bica sanno che l’amministrazione, con ogni probabilità, e nel rispetto della mozione dovrà rifiutare la loro richiesta, perché non accompagnata dalla dichiarazione “antifascista”. Da qui il ricorso al Tar di Palermo che sarà curato dal professore Augusto Sinagra, docente di Diritto dell’Unione Europea presso l’Universitá La Sapienza di Roma. Ma Rallo e Bica non si fermeranno al Tar perché intendono denunciare l’amministrazione anche in sede penale. Azione che, dicono, avrà “carattere clamoroso”.
TRAPANI, RALLO E BICA “SFIDANO” LA MOZIONE ANTIFASCISTA. RICHIESTO IL SUOLO PUBBLICO
20 Maggio 2019
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