L’annotazione personale del presidente dell’ANPI di Trapani Aldo Virzì è sicuramente più pregnante: “I contestatori del consiglio comunale ericino sono gli stessi che nella recente campagna elettorale si sono dichiarati favorevoli verso il candidato sindaco di centrosinistra a Trapani, tra l’altro uno dei firmatari della mozione di Erice; lieti di farsi fotografare in sua compagnia. Mi pare che c’è qualcosa che non va, qualcuno anche a campagna elettorale ultimata ne prenda atto”. I contestatori sono l’ex deputato nazionale Michele Rallo ed il sindaco di Custonaci Peppe Bica – il cosiddetto gruppo Rallo-Bica per tornare alle Comunali dello scorso 1o giugno – e la loro presa di posizione sta per diventerà – forse lo è già – un caso nazionale. I due hanno deciso di denunciare il consiglio comunale di Erice per avere approvato una mozione che prevede la “certificazione antifascista” per poter utilizzare sedi comunali e spazi pubblici. “Dichiaro di essere antifascista…” e s’avvia la procedure per le autorizzazioni. Senza dichiarazione niente da fare. Bica e Rallo si appellano alla Costituzione e considerato l’atto consiliare illegittimo – lo impugneranno in sede amministrativa – ma anche penalmente rilevante. Non a caso hanno chiesto ad un noto studio legale d’intervenire a tutela di un diritto che ritengono negato. E’ stata già fatta una richiesta formale al sindaco ed al presidente del consiglio: elenco dei consiglieri che hanno votato la mozione, eventuali atti di giunta conseguenti e lo stesso atto consiliare. La replica dell’ANPI è arrivata a stretto giro di posta. Appena 24 ore dopo l’annuncio di Rallo e Bica. Il presidente Virzì va giù duro: “Noto che agli epigoni del fascismo la decisione del consiglio comunale di Erice fa venire l’orticaria e – per fortuna siamo in democrazia – mettono mano agli avvocati. Facciano pure! Intanto prendiamo atto che ancora una volta questi certamente rispettabili <<sognatori del passato che non c’è più>>, sono tenuti a rispettare la Costituzione Italiana, costituzione antifascista, che alla XII disposizione transitoria vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto Partito Fascista. Da qui il rappresentante dell’assocazione dei partigiani ne deduce che “dichiararsi antifascista è un normale dovere di qualunque cittadino italiano. Se i Comuni, non solo quello di Erice, in Italia ormai sono tantissimi, lo richiedono per autorizzare o dare permessi, è quasi una ovvietà che serve a ristabilire nel Paese il giusto clima a fronte della presenza di certi movimenti politici”.Virzì aggiunge un altro particolare polemico: “Se ho ben compreso e letto, tra i <<sognatori del passato che non c’è più>>, c’è un uomo delle istituzioni, cioè qualcuno che prima di assumere il suo importante incarico ha dovuto giurare di essere fedele alla Costituzione che prevede, appunto, la XII disposizione transitoria”. Appena 48 ore fa il sindaco Bica, nella prima seduta consiliare, dopo il voto del 10 giugno ha prestato il suo giuramento. Il presidente della sezione trapanese dell’ANPI “sfida” la controparte anche dal punto di vista giuridico e legale: “Consiglio ai contestatori di lasciar perdere. Prima di loro ci hanno provato i loro amici di Casa Pound, contestando la decisione del Comune di Brescia. Il Tribunale gli ha dato torto, per la precisione il Tar Lombardia, ordinanza 8 febbraio 2018 n. 68”.