CASTELVETRANO, POLITICA SENZA PACE, DOPO IL CASO GIAMBALVO, ORA LA VICENDA ADAMO

3 Febbraio 2017

La politica castelvetranese non ha pace. Un nuovo caso, dopo quello di Lillo Giambalvo, che ha portato all’autoscioglimento del consiglio comunale. Di mezzo c’è sempre Cosa Nostra ed il superlatitante Matteo Messina Denaro. Il nuovo caso rimanda al sequestro di beni della famiglia Adamo, di Marco Giovanni, 71 anni, e di Enrico Maria, 42, ed è quest’ultimo a far tornare i fari addosso alla politica cittadina. Ha fatto parte della stessa assemblea consiliare di Giambalvo. Entrambi sono stati eletti, nel 2012, nella lista Futuro e Libertà. Ai due Adamo sono stati sequestrati beni per oltre 5 milioni di euro: appartamenti, tre aziende, terreni, conti bancari ed automezzi. Le aziende degli Adamo, padre e figlio, avrebbero utilizzato metodi mafiosi per farsi largo ed avrebbero avuto il sostegno della famiglia mafiosa di Castelvetrano. Il settore è quello del movimento terra. A raggi X opere pubbliche e private nelle province di Trapani ed Agrigento. Sono stati gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Trapani a notificare agli Adamo il provvedimento del Tribunale di Trapani – Misure di Prevenzione. Enrico Maria Adamo è stato anche assessore in una delle giunte dell’ex sindaco Gianni Pompeo. Il caso Adamo sta scuotendo le forze politiche cittadine che si preparano ad affrontare le elezioni della prossima primavera. Il caso Giambalvo – il consigliere venne arrestato ed accusato di essere un fiancheggiatore di Messina Denaro, fecero grande scalpore alcune su affermazioni inneggianti al boss, ma il processo verificò che non c’erano responsabilità penali e venne assolto – determinò polemiche e scontri politici perché la sua presenza in consiglio fu determinata da una manovra politica. Giambalvo risultò il primo dei non eletti nella lista di Fli. La nomina in giunta del consigliere Giuseppe Rizzo e le sue dimissioni dal consiglio aprirono le porte dell’aula a Giambalvo che, nel frattempo, aveva deciso di aderire al movimento “Articolo 4”. Dopo l’arresto Giambalvo non si dimise dal consiglio e venne sospeso. A seguito dell’assoluzione tornò a svolgere il suo ruolo di consigliere ma le polemiche sulle sue affermazioni portarono alle dimissioni della maggior parte dei consiglieri. Adamo, anche lui candidato nella lista di Fli, – Giambalvo si candidò da indipendente – arrivava dal Pdl. Laureato in giurisprudenza ha sempre militato nell’area di centrodestra ed ha anche fatto l’assessore in quota a Forza Italia con il sindaco Pompeo.

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