TRAPANI, LA PIAZZA ANTI-TRANCHIDIANA. TRA “CICLISMO” ED AZZARDO

10 Settembre 2025

Perché l’opposizione consiliare scende in piazza aderendo all’iniziativa di Futuro? Per diversi perché. Perché, in politica, non si lascia spazio a nessuno. Gli interessi sono al momento convergenti. L’opposizione consiliare è composita: c’è un pezzo di centrodestra, un altro pezzo civico, ex amici di Giacomo Tranchida, una striatura di sinistra ed anche un esponente di Futuro. L’obiettivo è dichiarato ed è per certi versi istituzionale per chi fa il mestiere dell’oppositore: mettere in difficoltà chi governa, provare a mandarlo a casa e proporre un’alternativa. Obiettivo convergente con quello di Valerio Antonini che è tuttavia necessariamente più radicale: Trapani Anno Zero, tutti fuori!. Deve essere necessariamente più radicale, perché altrimenti non avrebbe agibilità politica. Deve presentarsi come il nuovo che più nuovo non c’è. La piazza, dunque, quella del 13 settembre. Dalla diffusione della nota di adesione dell’opposizione consiliare, quella stessa piazza, nel bene e nel male – ma è facile prevedere nel bene, vista l’organizzazione in corso e le gaffe tranchidiane – non è più, non sarà più la piazza di Futuro e di Antonini. Il presidente ha fatto ripetuti appelli alla città – ancora da verificare sul campo – ma al momento si ritrova il centrodestra (magari in parte sotto mentite spoglie, meglio, si ritrova la politica, quella che lui ha spesso criticato, senza affannarsi a fare particolari differenze). In sintesi: sabato non ci sarà la piazza di Antonini ma quella degli anti-tranchidiani. Non sarà dunque una prova di forza del Movimento, ma di chi ha le scatole piene dell’amministrazione Tranchida. Quindi, nessuna egemonia, nessuna leadership. Per l’opposizione consiliare è comunque un azzardo, perché Antonini ha finora dimostrato di essere imprevedibile. In questa fase è utile nel tentativo di abbattere politicamente Tranchida, ma dopo ci sarà da ragionare, perché amministrare una città, e Trapani in particolare, è un’altra cosa. Gli eccessi antoniniani andranno governati sia nella fase elettorale che verrà ed a maggior ragione se l’esito del voto dovesse decretare la fine del tranchidismo. Intanto il centrodestra – chiamiamolo così per semplificare – ha scelto di seguire una vecchia tattica mutuata dal ciclismo. Ha visto che Antonini ha gamba e che tira bene in salita – perché comunque le Comunali saranno in salita – ed allora ha deciso di stargli a ruota. Lui corre, prova a staccarsi da tutto e da tutti, ma con un buon gioco di squadra, magari coordinato e discusso con qualche “ciclista” di Palermo, il gruppo può tenere il ritmo e controllare le accelerazioni del presidente. Il traguardo è ancora lontano – la mozione di sfiducia sembra un gioco di parole  – e le fatiche degli strappi antoniniani potrebbero farsi sentire quando ci si avvicina alla fine della tappa e forse ci si deve preparare anche ad uno sprint. La cosiddetta opposizione consiliare non ha alcun motivo, qui ed ora, di mettere in discussione il percorso che sta seguendo Antonini. Il dialogo sta nelle cose. Del resto, uno dei dieci consiglieri d’opposizione, Tore Fileccia, ha ufficializzato il suo impegno in Futuro. La critica aspra al governo Tranchida accomuna Futuro ed il resto degli oppositori, di conseguenza il confronto è servito. E’ una sorta di politica dei vasi comunicanti. Ma spesso in politica vale di più quel che non si dice piuttosto che quello che si dice o si sbandiera ai quattro venti. L’Anno Zero auspicato da Antonini ha un presupposto: la sua egemonia sul progetto della presunta rinascita della città. Dunque, o il centrodestra – chi per lui, opposizione consiliare o meno – sarà disponibile ad antoninizzarsi o paradossalmente, alle Comunali 2028, potrebbe avere un’idea di futuro diversa da Futuro. Oppure può anche darsi che nel 2028 la città di Trapani non avrà bisogno di futuro perché concentrata a costruire e a costruirsi il presente. Note a margine sulla piazza che verrà: ci saranno bandiere di partito? I rappresentanti dell’opposizione consiliare che hanno in tasca una tessera, riusciranno a coinvolgere i loro parlamentari, i loro dirigenti? Il 2028 è lontano, ma quant’è lontano!                                                                                                 V.M. 

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