TRAPANI, PORTO NELLA BUFERA TRA L’INCHIESTA AGRIGENTINA E LE POLEMICHE POLITICHE

2 Luglio 2025

Il porto di Trapani incastrato tra la politica ed un’inchiesta giudiziaria. Ancora una volta in evidenza i fanghi. Già in passato la magistratura si era occupata del loro smaltimento. Oggi i guai arrivano da Agrigento. E precisamente dall’operazione “Dirty Mud”. I reati ipotizzati: frode e violazione ambientali. Cosa c’entra Trapani? E’ presto detto! Le irregolarità al centro dell’indagine sarebbero stati accertate nei lavori di dragaggio del porto trapanese (avamporto e aree a ponente di Ronciglio). In discussione le operazioni di dragaggio. In particolare: il trasporto dei fanghi, il trattamento, il conferimento e lo smaltimento dei rifiuti speciali. Le operazioni prevedevano l’installazione sul molo di levante del Porto agrigentino (Porto Empedocle) di un impianto mobile che avrebbe dovuto trattare i fanghi provenienti dal porto di Trapani. Nel progetto in questione è stata prevista anche un’area demaniale per lo stoccaggio provvisorio degli stessi rifiuti, intervento che doveva svolgersi in contrada Caos. Le indagini, avviate l’anno scorso, hanno però accertato che i fanghi non subivano alcun trattamento – soltanto una minima parte – prima dello stoccaggio ed il conferimento in discarica. Da qui il sequestro dell’impianto mobile e dell’area di deposito temporaneo dei fanghi. Gli indagati sono stati segnalati per frode nell’esecuzione del contratto di appalto con l’Autorità di Sistema della Sicilia Occidentale. Appalto da 59 milioni di euro. Senza seguire le procedure per lo smaltimento dei fanghi gli indagati erano riusciti a garantirsi un ingiusto profitto ed avevano, di conseguenza, realizzato una discarica non autorizzata. Le indagini della Procura e della Guardia Costiera hanno consentito di trovare un’altra discarica in un terreno del Comune di Porto Empedocle. Anche in questo sito sono stati trovati rifiuti speciali che potrebbero essere ricondotti ai fanghi del porto di Trapani. Gli investigatori hanno trovato sia rifiuti speciali che non speciali. La politica ha già voluto dire la sua. Ci ha pensato il coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia del capoluogo trapanese che esprime “profonda preoccupazione per quanto emerso nell’ambito dell’operazione Dirty Mud, che ha portato al sequestro dell’impianto di sediment washing di Porto Empedocle. L’ipotesi che fanghi provenienti dal dragaggio del porto di Trapani siano stati smaltiti senza adeguati trattamenti, in violazione delle norme ambientali, è un fatto gravissimo che impone massima chiarezza”. “Trapani – continua la nota della destra – è al centro di un articolato piano di rilancio infrastrutturale e urbano, con il porto come asset strategico. Il rischio che illegalità e opacità compromettano la credibilità del progetto e la fiducia dei cittadini è reale e non può essere ignorato. Sono in corso interventi per circa 200 milioni di euro, tra cui il consolidamento del Molo Sanità, l’ampliamento delle banchine settentrionali e le opere di dragaggio finanziate con risorse del Pnrr e del Piano nazionale per gli Investimenti Complementari. A questi si affianca un ambizioso progetto di rigenerazione urbana del waterfront, che prevede – tra l’altro – un nuovo Terminal Passeggeri, il Parco del waterfront, la passeggiata urbana e la valorizzazione di siti identitari come il Lazzaretto, San Francesco e la Colombaia”. FdI passa all’azione: “Le recenti inchieste giudiziarie dimostrano che non basta investire risorse: serve una vigilanza costante per impedire infiltrazioni, abusi e scorciatoie. Chiederemo in consiglio comunale l’audizione dell’avvocato Nicola Adragna, rappresentante del Comune di Trapani nel Comitato di gestione dell’Autorità di Sistema Portuale, per fare piena luce sulla gestione degli interventi e sulle azioni messe in campo per evitare nuovi episodi di irregolarità”. La nota apre anche un altro fronte. Quello dell’imminente passaggio di consegne al vertice dell’Autorità Portuale di Sistema. Sarebbe arrivata al capolinea l’esperienza di Pasqualino Monti che dovrebbe lasciare la presidenza ad Annalisa Tardino, ex parlamentare della Lega. Soluzione che ha già trovato l’opposizione del Pd e del Movimento Cinque Stelle. Il dem Dario Safina è andato giù duro: “Se verrà confermata la nomina di Annalisa Tardino alla guida dell’Autorità Portuale di Palermo, che comprende anche la gestione del porto di Trapani, chiederò con urgenza un’audizione in Commissione Trasporti all’Assemblea regionale siciliana. È fondamentale chiarire sin da subito quali siano le reali intenzioni della nuova presidente e quale visione intenda portare avanti per il futuro del nostro sistema portuale”. Linea sostenuta anche dal Pd cittadino con la neo segretaria e consigliera comunale Marzia Patti. Ed è proprio a lei che si rivolge la nota di FdI: “Quanto alle polemiche sollevate dalla segretaria del Pd Marzia Patti sulla proposta di nomina dell’onorevole Annalisa Tardino sono risibili e proprio il Pd trapanese dovrebbe avere almeno il buon gusto di tacere quando si parla della Lega”. Il riferimento è all’alleanza di fatto al Comune tra i democratici ed i rappresentanti di “Trapani Tua”, espressione dell’assessore regionale alla Pubblica Istruzione della Lega Mimmo Turano”. La destra si appella poi anche alla storia: “Il Partito Democratico trapanese, al posto di perdersi in sproloqui, farebbe bene a ricordare che fu proprio un governo di sinistra, nel 2007, a sopprimere l’Autorità Portuale di Trapani. Prima di impartire lezioni, dovrebbe riflettere sulle proprie responsabilità”.

 

 

 

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