ERICE, LA MINORANZA NON CI STA E METTE LA SINDACA IN UN ANGOLO

14 Marzo 2025

E’ un fuoco di fila quello messo in campo dall’opposizione consiliare dopo lo strappo della sindaca Daniela Toscano contro la sua maggioranza ma anche l’intera aula che, ad ampia maggioranza, ha bocciato l’affidamento alla Fondazione EriceArte della gestione dei siti museali. La minoranza (Vincenzo Maltese, Piero Spina, Alberto Pollari, Assunta Aiello, Enzo Favara, Michele Cavarretta e Simona Mannina) prova a fare chiarezza e soprattutto a mettere la sindaca in un angolo. La delibera che ha fatto saltare gli equilibri politici ericini sarebbe soltanto la punta dell’iceberg di una condizione di assoluta incertezza nel confronto nei rapporti tra amministrazione e consiglio e tra amministrazione e maggioranza. Di seguito il testo integrale della nota firmata dai sette consiglieri di minoranza.

La nota stampa

“Con l’ultimo comunicato stampa, la Sindaca supera addirittura sè stessa, perché, ancora una volta getta fumo negli occhi dei cittadini. Anzi, a voler usare le sue stesse parole, ci lascia stupiti con suoi effetti speciali, a noi già da tempo tristemente noti.  Finalmente la Sindaca ha avuto il coraggio di palesare il suo vero ed unico pensiero, avuto da sempre, nei confronti dell’intero Consiglio Comunale, compresa la sua stessa maggioranza. Ed infatti, le sue parole che riportiamo fedelmente: “Della maggioranza non me ne frega nulla” non fanno altro che mostrare la sua perpetrata incapacità a reggere il confronto politico, nel merito delle proposte. Certo, da chi ha sempre seguito diktat nel suo lungo percorso politico, non mostrando mai autonomia di pensiero, non ci si può di certo aspettare che accetti che altri, nel caso di specie gli stessi consiglieri comunali, possano avere delle legittime opinioni politiche diverse dalle sue. Si tratterebbe di lesa maestà. Ma entriamo nel merito della proposta di deliberazione portata in aula ed avente ad oggetto l’affidamento della gestione di alcuni siti culturali alla Fondazione Erice Arte, bocciata poi trasversalmente da quasi l’intero Consiglio Comunale. La convenzione, proposta dal capo settore, avrebbe visto la stessa avere una durata triennale, con possibilità di rinnovo automatico per volere delle *Giunta*, per ulteriori tre anni (a differenza della precedente, (la cui proroga poteva durare un solo anno), a voler palesemente blindare anche la futura amministrazione entrante. Operazione che assume grottescamente i contorni di pura e palese macchietta politica ad opera di una Sindaca che, gioco forza, essendo al suo secondo e ultimo mandato, non sarebbe più potuta intervenire direttamente e politicamente sulla gestione dei siti culturali comunali, lasciando però il “piatto amministrato” ad una Fondazione che altro non è una sua longa manus. Preme sottolineare, inoltre, che la Fondazione, contrariamente a quanto fatto intendere dalla sindaca, non gestisce direttamente i siti culturali, ma si affida ad una cooperativa stabilendo tempi e modi nella gestione. Ciò non toglie che il Comune di Erice potrebbe direttamente affidare, i molteplici, i siti culturali ad una società terza con notevoli risparmi per le casse comunali, con la possibilità di una maggiore trasparenza nella gestione dei siti, con possibilità di incidere attivamente nella gestione e anche nelle entrate dei siti stessi, entrate che potrebbero essere reinvestite nel creare eventi.  Diciamoci la verità, i cittadini sono felici della gestione dei siti? Sono felici degli eventi organizzati in questi anni dalla Fondazione? Non si pensa che Erice meriti di più contando su una maggiore attrazione turistica? Ma come se ciò non bastasse, vi sono altre questioni che meritano approfondimenti: perché continua ad essere previsto un compenso per chi svolge il ruolo di Sovraintendente della Fondazione EriceArte (con un compenso annuo di 17.500 euro) quando per stessa disposizione statutaria ogni incarico assunto all’interno della Fondazione dovrebbe essere completamente gratuito?
Perché ci ritroviamo a sostenere economicamente la Fondazione, con un contributo annuo pari a 30 mila euro, prelevato dalle casse comunali, se i bilanci della stessa Fondazione sono rosei e gli incassi fiorenti? In che misura negli anni è migliorata la fruibilità dei siti culturali? Ed in che misura sono stati posti in essere interventi di manutenzione ordinaria? A carico di quali casse? Perché non si è mai pensato ad una gestione in house dei siti, con significativo risparmio per le casse comunali? Aggiungiamo che la gestione dei servizi medesimi può avvenire in forma diretta e indiretta, è attuata nelle forme previste dall’articolo 115 del codice dei beni culturali. I canoni di concessione dei servizi sono incassati e ripartiti ai sensi dell’articolo 110 dello stesso codice. Nel nostro caso tutto è stato demandato alla Fondazione Erice Arte con la quale peraltro veniva, illogicamente, siglata una convenzione a parte, nonostante per statuto la partecipata prevedesse già la gestione dei siti.  La gestione dei siti rientra tra le prerogative del Comune, che può predisporre un bando per affidare i siti. Nulla è perso come la sindaca vorrebbe fare credere, accusandoci di irresponsabilità. Il termine dei 6 anni che erano stati previsti nella nuova convenzione che ieri è arrivata in aula, per noi è inaccettabile, specie alle luce del fatto che tra due anni scade il mandato della Sindaca. Questo e molto altro chiarisca la Sindaca, dalla quale sicuramente non accettiamo lezioni di politica. Ricordiamo ai cittadini, infatti, che la Sindaca, che ci accusa di aver agito per esclusivo interesse personale (alludendo a questioni legate al gettone consiliare) è la stessa che a pochi mesi dal suo secondo insediamento, avvenuto nel giugno del 2022, ha disposto un aumento del proprio compenso (D.G. n.10 del 23.01.2023). Passando quindi da un precedente compenso mensile di euro 2.928,00 ad uno di euro 4.347,00. Mediti la Sindaca sul suo operato e cessi queste ignobili azioni di mascariamento politico. Accetti che il vento su Erice ormai è cambiato”. Dunque, tutta un’altra storia quella raccontata dalla minoranza.

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