TRAPANI CALCIO, LETTERA APERTA AL SIGNOR PELLINO

24 Settembre 2020

“Non è possibile fare calcio a Trapani senza Trapani”. Anno del Signore 2020, 9 settembre, Casa Comunale. Dichiarazione di Fabio Petroni, patron di Alivision, a sua volta, proprietaria del Trapani Calcio. Petroni aggiungeva: “Noi non andiamo avanti perché non ha senso”. La storia che si sta scrivendo in questi giorni dice altro. Ma non è questo il punto. E’ invece focale la dichiarazione di Petroni – forse l’unica condivisibile rispetto alle brutture che ha detto e fatto alla società granata ed alla città. Non è possibile fare calcio in qualsiasi territorio senza il territorio. Alcuni dati di fatto sono inoppugnabili, tra l’altro riconosciuti dal socio di minoranza Gianluca Pellino che riceve la mia attenzione in questa lettera aperta. Pellino ha i tifosi contro, la tifoseria organizzata ha protestato e protesta. Non lo vuole. Non l’ha mai voluto. I dipendenti del Trapani Calcio, uniti, elemento straordinario, dalle nostre parti, sono contro. L’hanno messo nero su bianco, motivando la loro posizione. Parentesi: si stanno giocando il posto di lavoro, in una terra che offre poco o nulla. Hanno una famiglia. qualcuno anche l’età che ti fa riflettere sul tuo futuro. A scanso di equivoci – e di eventuali conflitti d’interesse perché faccio parte di una delle famiglie che assieme ai dipendenti è stata e viene mortificata dal signor Pellino -, qui la questione è sociale. Ci sono 13 posti di lavoro in gioco, gente che, a dirla alla Pellino – in questi anni ci ha messo davvero la faccia. Perché loro ce l’hanno davvero una faccia. Pulita, che gli consente di camminare a testa alta. In questi giorni hanno provato a dividerli in tutti i modi, ma non ci sono riusciti. Ci sarà un motivo. Pellino ha un’Amministrazione comunale che non l’ha neanche voluto incontrare, vedere. Ed è un altro dato eclatante perché la squadra, la società, porta il nome della città. Signor Pellino, qui, lei non è nessuno. Non ha alcun collegamento. Può contare su qualche ascaro – ci sono dappertutto -, può contare su qualche sciacallo che finirà schiacciato da quel che sta accadendo. Ascari e sciacalli di qualunque genere e con vari titoli di studio. Ed allora signor Pellino rifletta su quel che ha detto il proprietario della società che continua ad avere la maggioranza delle quote. Non può andare avanti senza la città. Né lei, né la proprietà del 90 per cento del Trapani Calcio, che è e continua ad essere di Alivision. Sta commettendo, idealmente, uno dei reati più abietti, quello del sequestro. Sta tenendo in scacco un territorio che non vi vuole e che sono sicuro avrà anche la forza, perché la sta dimostrando, di cancellare i suoi ascari e gli sciacalli che si aggirano e che non avranno alcun ristoro perché non ci sono carcasse da spolpare. La città, i dipendenti, sono vivi, vivissimi. Qualcun altro è morto dentro perché non ha una dignità. Forse la città potrebbe però avviare una riflessione. Interrogarsi sul perché questa società è rimasta sostanzialmente nelle mani di Petroni, perché è stato necessario questo tragicomico accordo con lei, signor Pellino. Accordo che Petroni ha tentato di smentire continuando una serie di trattative mentre con un comunicato di Alivision diceva che lei era il nuovo proprietario del Trapani, cosa poi rivelatasi falsa, dato che lei stesso ha detto di avere una quota minoritaria. A proposito di circostanze poco chiare. Farebbe bene – per trasparenza – a rendere pubblica la denuncia che dice essere stata fatta alla Digos per l’aggressione ad un dipendente da parte di non si sa chi. Aggressione che è nota soltanto a lei a quanto è dato sapere. Oltre a metterci la faccia, come dice spesso, ci metta le carte, faccia comprendere bene quel che è accaduto. Torniamo alla riflessione. E’ sempre più interessante comprendere perché Petroni non abbia mai mollato la società, pur avendo detto pubblicamente che avrebbe lasciato. Cosa c’è che va tutelato? Quali considerazioni stanno dietro questa decisione? Signor Pellino forse anche lei potrà interrogarsi. Signor socio di minoranza, avrà constatato che in questi giorni ha portato tensione e scompiglio in città. Il comitato d’accoglienza all’aeroporto le avrebbe potuto suggerire di prendere il successivo volo per tornare a casa, ma lei è, come ha detto, un uomo che le cose le fa con il cuore. Ecco, mi appello al suo cuore. Eviti di tenere questa città in tensione, di costringere la Digos a fare gli straordinari per evitare qualsiasi rischio, di stremare i colleghi giornalisti che devono seguire le evoluzioni di una vicenda paradossale. Vede, questa città è antica. E’ soprattutto profondamente siciliana, nell’anima, nell’identità. Non cadrà in nessuna provocazione. Non alzerà i toni più del dovuto. Trapani farà Trapani. E con pazienza, determinazione e coraggio riuscirà a cancellare lei, i suoi ascari, gli sciacalli e il restante 90 per cento e spiccioli della proprietà del Trapani, dalla sua storia. Signor Pellino, Trapani è altro da lei e lei non se la merita.

Vito Manca

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