ERICE, MICELI: LE DIMISSIONI DELLA CONSIGLIERA LASCIANO DUBBI. DOVEVA FIRMARE LA SFIDUCIA”

22 Settembre 2020

Fratelli d’Italia non la manda giù. E soprattutto vuole vederci chiaro. Per farlo, schiera il suo portavoce provinciale Maurizio Miceli: “Apprendiamo, quest’oggi, delle dimissioni di Francesca Miceli dal consiglio comunale ericino. Le motivazioni addotte concernono problematiche familiari che le impedirebbero di partecipare alle sessioni del consiglio”. Ed è qui che si apre il caso politico: “Proprio oggi era prevista la riunione dei consiglieri di opposizione per la stesura definitiva di una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Daniela Toscano, atto che la Miceli era disposta nuovamente a sottoscrivere, come già fatto in precedenza, ed a votare in aula. La notizia odierna, per chi siede ai banchi dell’opposizione, infatti, è giunta inaspettata e pone numerosi interrogativi”. Miceli fa un po’ di storia: “E’ di certo curioso rilevare come la Miceli, elettoralmente sostenuta da quel discutibile personaggio che alberga nel quartiere di San Giuliano di nome Diego Pipitone, si dimetta proprio il giorno stabilito per firmare e presentare la mozione. Proprio quel Diego Pipitone che, sempre dalle intercettazioni pubblicate dalla stampa, pare abbia indotto a dimettersi il già consigliere comunale Tarantino poco dopo l’insediamento, in favore della Miceli. Sono tanti gli interrogativi che ci poniamo e non sapendo darvi risposta, non possiamo che sollecitare l’intervento delle autorità preposte affinché chiariscano queste oggettivamente opache vicende. Chissà che a pensar male davvero, qualche volta, non capita di azzeccarci”. Ma quel che “brucia” di più all’opposizione è la prossima surroga consiliare. La dimissionaria Miceli lascia infatti il posto ad Angela La Porta che di sicuro non firmerà e non voterà la mozione di sfiducia perché in linea con l’amministrazione comunale. Miceli trae le conclusioni: “Daniela Toscano si deve dimettere, non per il codice penale ma per quello etico, che in politica dovrebbe avere un valore supremo e che, in questi anni, con questi comportamenti, è stato ed è continuamente vilipeso”. Con le dimissioni della Miceli la mozione di sfiducia perde una firma decisiva e soprattutto la possibilità, almeno in questa fase, di essere presentata per la discussione in consiglio. Servono almeno 8 firme ed ora scendono a 7.

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