MISILISCEMI, LA POLITICA ED IL FUTURO DI… STRASATTI E REGALBESI

8 Luglio 2020

Sulla vicenda, anche sul caso Misiliscemi s’intersecano due piani di lettura. Quella ufficiale, evidente, fatta di atti politici ed istituzionali. E l’altra legata non soltanto alle indiscrezioni ed alle polemiche politiche ma soprattutto alle conseguenze della nascita del nuovo Comune. Vicenda che ha bisogno di qualche premessa. Il Comitato che ha portato avanti quest’idea e che sente il traguardo sempre più vicino ha tutto il diritto di chiedere chiarezza e di puntare alla conclusione dell’iter legislativo. Ha seguito le norme. Le ha rispettate e soprattutto ha saputo leggere il meccanismo referendario, cogliendo di sorpresa una politica cittadina che ha preso sottogamba la questione, che pensava che ci sarebbe comunque stato il solito insormontabile cavillo burocratico e che alla fine, dando tempo al tempo, anche il Comitato si sarebbe arreso. Ed invece il Comitato è andato avanti ed ha anche compreso che dopo il referendum del 27 maggio 2018 la partita si giocava a Palermo ed all’Ars. Ed è lì che ha piazzato le sue tende senza darlo a vedere. Il Comune prossimo venturo, con le frazioni di Fontanasalsa, Guarrato, Rilievo, Locogrande, Marausa, Palma, Salinagrande e Pietretagliate, si presenta come l’ennesimo piccolo Comune italiano e siciliano, ma è lì e dietro ha una espressione popolare che, seppure minoritaria, dal punto di vista numerico – ma i trapanesi non sono andati a votare mentre gli abitanti delle frazioni sì – ha una forte carica politica ed un reale consenso popolare nei territori in questione. L’Assemblea regionale siciliana avrà l’ultima parola, con voto segreto. Il disegno di legge è stato votato favorevolmente in Commissione Affari Istituzionali, presieduta dal marsalese Stefano Pellegrino. Altra premessa, politica. squisitamente politica. L’amministrazione Tranchida ha detto la sua. Il sindaco Giacomo Tranchida è stato ascoltato dalla Commissione. Nel resoconto stenografico si legge: “Il dottor Tranchida, sindaco del Comune di Trapani, collegato in modalità a distanza, rileva anzitutto che una parte dell’aeroporto di Birgi ricadrebbe nel territorio del nuovo Comune. Dichiara che il Comune di Trapani si appresta a votare un ordine del giorno per sollecitare il sindaco, nell’ambito delle sue competenze, e l’Assemblea regionale siciliana a verificare se attualmente la volontà popolare corrisponde all’esito del referendum svoltosi nel 2018 per l’istituzione del nuovo Comune. Sottolinea che l’attuale amministrazione comunale ha posto in essere numerosi interventi nel settore dei servizi alla collettività a beneficio di tutto il territorio comunale, comprese le frazioni interessate”. Nella seduta dello scorso 30 giugno della Commissione Affari Istituzionale viene comunicato – è registrato nel resoconto – che “è pervenuta una deliberazione del Comune di Trapani, con la quale l’amministrazione comunale è invitata ad attivare ogni strumento utile per verificare l’attuale volontà dei cittadini delle frazioni interessate, nonché a rappresentare all’Assemblea regionale le difficoltà di natura economica ed amministrativa connesse all’eventuale creazione del nuovo Comune”. Se il Comitato pro Misiliscemi è sempre stato chiaro, l’amministrazione ed il consiglio ci hanno messo un po’ di tempo, ma messi alle strette hanno abbandonato linee più o meno soft del passato per calare il carico: il nuovo Comune non s’ha da fare. Premesse quanto mai nette e campi contrapposti ben schierati. Ma in questa vicenda c’è anche dell’altro. C’è che le indiscrezioni provenienti da Palermo si sono palesemente palesate. E così quello che veniva vociferato è emerso: “L’onorevole Lo Curto è favorevole a Misiliscemi”. L’assessore alle Finanze ma soprattutto commissario provinciale dell’Udc Fabio Bongiovanni appena qualche giorno fa ha voluto tirare il freno. O meglio tracciare una linea di confine annunciando: “Chiederò ai deputati regionali del nostro partito di esprimersi già in Commissione Affari Istituzionali dell’Ars, come in Aula, contro la costituzione del Comune di Misiliscemi”. Primo step, quello della Commissione è andato come è andato. L’onorevole Lo Curto ha votato a favore. Posizione ribadita in una nota che la deputata dell’Udc ha diramato per prendersela con la consigliera Anna Garuccio che ha voluto sottolineare, con forza, la presenza di due linee di pensiero alternative all’interno del partito neodemocristiano e già che c’era ha chiesto all’assessore Bongiovanni di essere conseguente con quel che sta accadendo nel suo partito. L’onorevole ha difeso Bongiovanni ma ha voluto sottolineare che “l’iter è perfetto sia dal punto di vista legislativo sia dal punto di vista del processo di partecipazione democratica che si è realizzato in ossequio alle leggi vigenti. Tutto ciò avvalora e sostanzia il principio di autodeterminazione su cui questi cittadini vogliono costruire futuro ed in merito al quale voglio sperare non venga esercitata alcuna pericolosa prevaricazione istituzionale”. Dunque le due linee restano ed un ultimo tentativo di mediazione sarà portato da Bongiovanni, che ha chiesto ed ottenuto di poter incontrare il gruppo dell’Udc all’Ars prima del voto sul nuovo Comune. Dire che ci sono due Udc sarebbe una forzatura ma che vi sia una profonda divisione sul punto è innegabile. Divisione che non può essere edulcorata dalle dichiarazioni della Lo Curto di apprezzamento del lavoro svolto da Bongiovanni come assessore e come commissario provinciale del partito. C’è un nodo politico serio che l’Udc dovrà sciogliere perché il caso Misiliscemi può tracciare un solco che rischia di essere incolmabile e soprattutto di avere ripercussioni anche nelle dinamiche politiche che si definiscono in altri territori e per altri impegni politici, ed in qualche caso, elettorali da assolvere. C’è infine un’altra questione aperta che rischia di essere quella più imprevedibile. Sta nelle cose. Il via libera al Comune di Misiliscemi, in tutto 9.000 abitanti circa, potrebbe riaprire vecchie maglie. Le voci ci sono. Pure le indiscrezioni. Si tratta di voci ed indiscrezioni che portano a Strasatti, frazione marsalese di 8.500 abitanti che non ha mai nascosto la sua volontà di autonomia e di autodeterminazione. Misiliscemi finirebbe per fare da apripista, da detonatore di tutte le contraddizioni che covano in diversi punti ed in diversi Comuni della provincia. Voci ed indiscrezioni che portano lontano, ad un vecchio progetto, quello del Comune di Regalbesi, zona rurale con tre Comuni interessati: Trapani, Erice e Paceco. Ancora una conferma dell’incapacità della politica – con qualche rara eccezione – di occuparsi realmente dei territori, che spesso parlano e parlano a voce alta. Ma che in pochi stanno a sentire. Salvo poi dover correre ai ripari, anche in modo goffo e forse anche democraticamente limitato ed insufficiente.





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