“Forse Piazza Scalo d’Alaggio, senza acqua per pulirsi le mani, senza servizi igienici, senza banchetti idonei, senza nessuna forma di pulizia e d’igiene, senza una copertura dalle intemperie, è un luogo più idoneo dove esercitare la vendita del pesce rispetto ad una struttura nata per ospitare tale attività?”. Se lo chiedeva, con un chiaro intento polemico, il sindaco Vito Damiano, nello scorso mese di maggio, quando prese la decisione di chiudere il Mercato Ittico al minuto. Mercato stretto tra i no degli operatori a condividere le spese e l’assenza-indifferenza di tutti gli altri enti ed istituzioni che hanno a che fare con la struttura comunale. Qualche settimana dopo, lo stesso Damiano, intravedeva uno spiraglio: un quasi accordo con gli operatori, in particolare per la gestione della pulizia del sito. Erano pronti a presentare un contratto di affidamento entro 15 giorni dalla riapertura del mercato. Il Comune, nel frattempo, avrebbe utilizzato i suoi mezzi e le sue risorse per tenerlo pulito. Ma il passo dalle dichiarazioni d’intenti ai fatti non c’è mai stato. Ci sono state invece le elezioni dell’11 giugno ed il ballottaggio di 15 giorni dopo ed alla fine è arrivato il commissario straordinario Francesco Messineo che ha deciso di occuparsi del problema. Ha convocato per venerdì prossimo alle 10,30, nella sala giunta di Palazzo D’Alì gli operatori che hanno già presentato l’istanza di assegnazione delle aree in concessione all’interno della struttura ed i rappresentanti delle cooperative locali della pesca. Il Mercato è chiuso e la condizione di degrado denunciata da Damiano è un elemento quotidiano che sta impoverendo e mortificando una delle attività tradizionali della città e del centro storico. Vendita del pesce che ha sempre superato il suo aspetto commerciale per le sue evidenti potenzialità turistiche che, al momento, sono assolutamente penalizzate.