La necessità della maggiorana qualificata mette sotto la coalizione del sindaco di Erice Giacomo Tranchida. La variante urbanistica per utilizzare un terreno confiscato alla mafia – nella zona di via dei Pescatori – per trasformarlo in un centro polifunzionale e per la realizzazione di alcuni orti urbani non ha ottenuto i voti sufficienti per andare avanti nel suo iter amministrativo. Erano necessari 14 voti a favore ma l’atto deliberativo ne ha ottenuti soltanto 9. Ben 7 i voti contrari, espressi dall’opposizione, rappresentata dal gruppo consiliare del Psi e dalle consigliere Lella Pantaleo (Forza Italia) e Cettina Montalto (Nati Liberi). Il progetto del centro e degli orti urbani rientra nella programmazione più ampia della riqualificazione delle aree a rischio, come quella del quartiere di San Giuliano. Centro ed orti verrebbero finanziati con fondi messi a disposizione dallo Stato. Il Comune ha infatti partecipato ad un bando pubblico. Il no del consiglio apre le porte alla nomina di un commissario. Il terreno in questione, attualmente libero, prevedeva nelle previsioni del piano regolatore generale attività commerciali e complementari per il turismo. Una sua parte rientra nella fascia di rispetto. La coalizione del sindaco Tranchida ha invitato i colleghi della minoranza a cambiare idea ma il dibattito consiliare ha registrato un muro contro muro che è stato confermato dal voto finale. Dura la reazione del consigliere del Pd Enzo Caico: “Ogni qualvolta, come oggi, che in consiglio perviene una delibera che riguarda la riqualificazione di quella porzione di territorio che alcuni degli attori della politica, a parole, dicono di avere a cuore, socialisti e consiglieri di opposizione votano contro. La delibera in questione riguardava la deroga all’indice di fabbricabilità di una porzione di territorio di San Giuliano sequestrata alla mafia e destinata a fini sociali, orti urbani, centro anti violenze e altro. Si sono addotte motivazioni esclusivamente di natura politica. Di fatto si è determinato la mancata riqualificazione di una porzione di territorio che a gran voce tutti dicono di volere ma nei fatti poi, ingabbiati nei rigidi steccati del proprio partito o nel ruolo di opposizione tout cour, dimostrano scarsa considerazione al nobile territorio in cui sono stati eletti”.