Prefetto, questore, comandante provinciale dei carabinieri, procuratore della Repubblica di Trapani e sindaco di Erice. Sono gli interlocutori istituzionali del consigliere comunale di Trapani Francesco Salone. Sui rispettivi tavoli si ritrovano una sua lettera che un obiettivo dichiarato, quello di dotare la stazione dei carabinieri nel centro storico ericino di personale 24 ore su 24. Un presidio permanente dopo l’allarme furti che ha colpito la vetta. Problema che il territorio ericino condivide con quello trapanese, aggredito da furti e tentativi di furti in diverse attività commerciali. Salone fa riferimento, per quanto riguarda Erice, al furto della cassaforte dell’ufficio postale, abbandonata per strada dai malviventi in fuga. Il consigliere ha criticato “i ritardi nell’intervento delle forze dell’ordine che hanno avuto, come conseguenza, la reazione della popolazione di Erice vetta che ha costituito un comitato di vigilanza con ronde notturne”. Le stesse, fatte di volontari, che ha auspicato il consigliere comunale di Trapani Nicola Lamia in una interrogazione presentata al sindaco Vito Damiano. L’esponente forzista considera le ronde come un supporto all’attività delle forze dell’ordine. Salone è invece preoccupato delle ronde: “Buona volontà e senso civico non possono sostituire addestramento, professionalità, potenziale di deterrenza nei confronti dei malviventi che le forze dell’ordine hanno”. Per Salone è poi inaccettabile che non si tenga conto che “la locale stazione dei carabinieri viene posta nella disponibilità dell’Arma in forza di un contratto di locazione i cui costi, circa 46 mila euro all’anno, sono sostenuti dai contribuenti e quindi anche dalla intera comunità ericina”. Il consigliere finisce per criticare la proposta di Lamia: “L’iniziativa dei cittadini ericini della vetta, per altro, ha scatenato il proliferare di inutili, quanto poco intelligenti proposte emulative, come quella del consigliere Nicola Lamia che ha suggerito l’istituzione di ronde civiche anche a Trapani, come se vigilare su un borgo con 300 abitanti e 1500 case fosse la stessa cosa che sorvegliare una città di 70 mila abitanti 25mila alloggi”.
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