Il Muro Tranchida va abbattuto. Non ci sono mediazioni e soprattutto si può abbattere. Valerio Antonini ne è sicuro e l’ha ribadito nel suo intervento al primo congresso provinciale di “Futuro”. Può essere abbattuto con la mozione di sfiducia che sarà presentata a dicembre. Dieci firme per formalizzarla, ci sono e ci saranno. Ma servono 15 voti per approvarla. Antonini ha chiesto e chiede all’assessore regionale Mimmo Turano di convincere i suoi tre consiglieri (Mazzeo, Braschi, Carpinteri) ma dice anche che non riesce a parlare da tempo con l’onorevole. Gli altri due voti potrebbero arrivare dai consiglieri – anche loro sono 3 (Genco, Parisi, Grignano) – che sostenevano l’ex assessore Lele Barbara. Ma qui la matassa è difficile da sbrogliare. Antonini ha fatto riferimento alla consigliera Grignano, invitandola ad uscire dalla maggioranza dopo le dichiarazioni del sindaco sugli assistenti Asacom. Si tratta del caso dell’assistenza agli studenti diversamente abili. Ma non c’è soltanto la mozione di sfiducia a minacciare il Muro. Può cadere – Antonini l’ha dichiarato con forza – anche grazie alle sue denunce, ai suoi interventi social. Ha infatti annunciato di voler intensificare quella che ha chiamato “pressione mediatica”, che potrebbe aprire due scenari: le dimissioni di Tranchida, messo con le spalle al muro, oppure un intervento della magistratura. Il presidente è tornato a criticare l’operato dell’amministrazione. Ha chiamato in causa il dirigente del Comune Orazio Amenta, soffermandosi sulla vicenda di presunti curriculum falsi che gli avrebbero consentito di avere ruoli e responsabilità nelle amministrazioni. Immancabili le critiche all’assessora Rosalia D’Alì, considerata inadeguata ad occuparsi di turismo. Di fronte ad una sala – Cine Teatro Ariston – che segnava diversi spazi vuoti, Antonini ha rilanciato: “Noi andremo avanti con voi o senza di voi”. Ed il voi era riferito ai rappresentanti della politica locale. Le aspettative erano di qualche presenza in più che non c’è stata e che è stata censurata dal consigliere di “Futuro” Tore Fileccia. Ha avuto poi il compito di annunciare l’adesione al Movimento della consigliera comunale di Erice Simona Mannina. La collaborazione Trapani-Erice è uno dei punti chiave del progetto di Antonini. Il presidente punta a quella che chiama “area metropolitana” con Trapani, Erice, Paceco e Misiliscemi. Un modo per togliere potere al tandem Tranchida-Toscano ma soprattutto per scongiurare l’attacco di Marsala, che potrebbe rivendicare il titolo di capoluogo di provincia. Antonini, nel suo lungo intervento, ha inoltre fatto cenno alla Cittadella dello Sport. L’ha indicata come il casus belli con Tranchida: “Quando gli ho presentato la bozza di progetto aveva la faccia rossa, forse era andato a raccogliere funghi, ma dopo gli è diventata nera come la barba di Lele Barbara”. L’ex assessore era seduto in prima fila ma defilato e non ha preso la parola. Ancora sulla Cittadella: “Ho notizie clamorose. Ho incontrato i rappresentanti di un fondo internazionale che è pronto ad investire oltre 150 milioni di euro ma ad una condizione: che il nulla osta per costruire sia pronto per maggio 2026. Dopo avere acquisito l’area, presenterò il progetto al Comune. Ma secondo voi, cosa farà Tranchida? Perderà tempo?”. A chi, come l’onorevole Nino Oddo, lo invitava ad avere pazienza, perché la mozione di sfiducia non ha chance e perché l’eventuale via giudiziaria sarebbe tutta da verificare, l’imprenditore romano ha replicato di non avere tempo, che le sue squadre non possono aspettare così a lungo. Come dire, abbattere il Muro Tranchida è la priorità. Bisogna accelerare e fare prima possibile. Attendere la scadenza del mandato amministrativo è improponibile. Antonini si è poi sbottonato sulle prossime elezioni: “Il nostro sarà un candidato istituzionale, che ha svolto ruoli ed ha avuto responsabilità nazionali”. E’ tornato sui presunti brogli elettorali che avrebbero favorito la rielezione di Tranchida, sottolineando che l’ex assessore Barbara è già stato sentito. Sotto accusa la gestione delle partecipate che Tranchida avrebbe usato per far quadrare i conti del Comune e per gestire potere. Nel sistema di potere cittadino, che ha indicato come “eversivo”, Antonini è tornato ad inserire l’ex vicepresidente dell’Ars Camillo Oddo, indicandolo come la piovra che tutto decide: sindaci, assessori e quant’altro. Il Movimento, da stamattina, ha un direttivo ed è pronto a stare sul territorio, come ha rimarcato la segretaria Antonella Granello: “Manca un progetto di sviluppo. Dobbiamo lavorare per consegnarlo alla città”. Ha voluto dire la sua anche l’ex finanziere Geremia Guercia, collaboratore del presidente e dirigente del Movimento. Si è fatto garante, per la sua storia e per la sua esperienza della trasparenza del nuovo soggetto politico ed ha invitato i congressisti ad interrogarsi sulla percezione di legalità che la città considera nei confronti dei suoi amministratori. La ritiene insufficiente, condizione che dovrebbe portare gli stessi amministratori, a suo dire, a prenderne atto ed a fare un passo indietro. Un tema sottinteso del congresso era quello delle presenze e quindi anche delle assenze. Il consigliere e leader di “Amo Trapani” Giuseppe Guaiana ha portato il saluto del suo movimento ed ha confermato la sua volontà di costruire l’alternativa a Tranchida. Lo stesso ha fatto il co-coordinatore di Grande Sicilia Salvatore Montemario. Il primo ospite ad intervenire il socialista Nino Oddo: “Occorre girare pagina e dobbiamo farlo mettendo da parte gli schieramenti tradizionali”. Sia il dirigente del Psi che Antonini ma anche Fileccia hanno fatto riferimento all’imprenditore Andrea Bulgarella, indicandolo come un precursore della sfida che stanno portando avanti. Ad ascoltare e seguire i lavori congressuali, l’ex consigliera comunale Anna Garuccio ed
il segretario provinciale del Psi Salvatore Galluffo.

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