TRAPANI, LA PIAZZA DI “FUTURO”. NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE

13 Settembre 2025

Se doveva essere la manifestazione-protesta per la spallata, delle due l’una. O il sindaco Giacomo Tranchida ha le spalle piccole e senza forza di resistenza all’urto, oppure la spallata non c’è stata. E la spallata non c’è stata. Quando si fa propaganda si usano le tecniche necessarie per esaltare quel che si fa. Ma qui il risultato è quello che dicono le immagini, quelle sincere. E le immagini parlano da sole. Ed in ultima analisi ognuno può vederle con i suoi occhi. La memoria dei trapanesi – Valerio Antonini era lontano da questi lidi – potrebbe andare alla mega manifestazione di protesta contro il sindaco Vito Damiano per l’aumento della Tari. Quella sì che era una piazza piena ed a differenza di quella di oggi anche aggressiva e pericolosa (per rinsaldare il ricordo: Youtube, servizio Telesud, 16 dicembre 2013 -https://www.youtube.com/watch?v=E8kgX_dGvfo). Dunque? Non c’è alcun cambiamento di rotta. Gli equilibri sono gli stessi di ieri. La città, nella sua maggioranza silenziosa – che però è quella che poi fa da ago della bilancia – non c’era. Questo non vuole dire che non sia d’accordo con Antonini. Ma potrebbe anche essere, almeno in parte, d’accordo con Tranchida. Nessuno lo può dire. E’ stata una manifestazione anti-Tranchida, punto! Perché a guardare ed a sentire un po’ la piazza, di futuri, d’idee per il futuro, qualcuna anche non detta, ce n’erano più di una e forse alcune alternative. Nessuna novità. Antonini continuerà, spalleggiato dagli ex tranchidiani pentiti – l’ex assessore Lele Barbara si è scusato per non avere capito prima e per essersi fatto passare sulla sua testa scelte ed iniziative che non avrebbe condiviso -, dal centrodestra che si prende i suoi minuti di visibilità ma ci tiene a ribadire di essere un’altra cosa. Ed un’altra cosa può fare altre scelte nel momento topico. C’è poi una parte di città che è legata ai risultati sportivi, che teme di perderli e che è influenzata anche dall’impatto mediatico – per la maggior parte extra giornalistico che ha messo su il presidente – ed è un pezzo di città che non vuole perdere tutto questo, perché, tra le altre cose, si diverte pure. Il palco, come sta nelle cose in queste occasioni, e vale per tutti, è stato consegnato alla propaganda: il profilo politico non ha lasciato tracce, mentre quello amministrativo ha assunto spesso i caratteri della superficialità nell’affrontare problemi complessi come quello dell’acqua, ad esempio. In soldoni, ed in qualche modo è stato annunciato dal palco, i prossimi giorni saranno come quelli che la città ha già vissuto, con i presunti scoop, come quello elettorale, e con ogni probabilità con Tranchida asserragliato nel fortino a difendere le posizioni. In questa vicenda che fa emergere un’egemonia pirandelliana (ricordate la corda pazza?) c’è un gioco al rialzo che rischia di essere esiziale per il territorio.  Antonini, nel suo intervento conclusivo, di saluto, ha provato ad introdurre un nuovo protagonista: Mimmo Turano. Ha chiamato in causa l’assessore regionale alla Pubblica Istruzione invitandolo apertamente a rompere con il sindaco e la maggioranza, mossa che cambierebbe i numeri della fatidica mozione di sfiducia, che è stato detto sarà presentata a dicembre. Turano sarà chiamato in causa, Antonini l’ha sottolineato più volte. Ed ha aggiunto che non gli sfuggirà se non farà chiarezza. In pratica se tenterà di fare come ha fatto alle Comunali del 2023.                                                                                V.M.

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