TRAPANI, BARBARA SI DIMETTE E CHIEDE A TRANCHIDA DI FARE UN PASSO INDIETRO

2 Settembre 2025

Emanuele Barbara si è dimesso dalla giunta Tranchida. O meglio, ha annunciato le sue dimissioni con una diretta Facebook – la politica ha ormai perso ogni limite di rispetto istituzionale, assolutamente sconosciuto – affidando ad una successiva pec l’ufficializzazione della sua scelta. Così è se vi pare avrebbe detto Pirandello! Barbara si dimette perché non condivide la linea dell’amministrazione sulla convenzione che divide il sindaco dal presidente Valerio Antonini. Nel caso PalaShark l’ormai ex assessore la pensa come il patron romano. La convenzione è valida, non ci sono più pareri da chiedere, non c’è più nulla da approfondire, bisogna, in sintesi, mettere in ordine le carte ed andare avanti. Barbara si è soffermato sul rischio di un danno erariale se il Comune dovesse ricevere una richiesta di risarcimento danni, dando per probabile una “sconfitta” di Palazzo d’Alì. L’ex assessore, stritolato dalle sue stesse contraddizioni – Antonini, poco prima della sua diretta Facebook ha pubblicato un audio che ha messo con le spalle al muro Barbara – ha fatto un passo indietro perché con ogni probabilità la revoca del suo mandato era già pronta dopo gli scontri con il primo cittadino ed il confronto con il suo gruppo consiliare. L’ex assessore è anche passato al contrattacco. Ha definito la giunta “quasi monarchica”. La stessa giunta che l’ha visto in prima linea fino a stasera. Ha provato anche a fare lo scoop affermando che la delibera di revoca della convenzione è pronta e che l’indirizzo dell’amministrazione è quello di rifare il bando. Tornando a parlare della giunta ha detto che la città è ferma e che Palazzo d’Alì non è in grado di affrontare neanche le questioni ordinarie. Dimenticando che ha fino ad oggi ha condiviso decisioni, atti e quant’altro, non avendo mai espresso critiche ed al contrario, fino a poco tempo fa, esaltando il lavoro di giunta e suo in particolare. Ha tenuto a precisare che lascia perdendo “una barca di soldi”, facendo riferimento alla sua indennità. Ha poi invitato apertamente il sindaco a prendere atto di una crisi che ritiene irreversibile e di essere dunque conseguente. Quindi di seguire – anche se non l’ha dichiarato apertamente – il suo stesso percorso, mettendo fine all’attività amministrativa. Ha detto più volte che non andrà con Antonini, producendo così una mediatica forma di “excusatio non petita accusatio manifesta”. Vuole riposarsi per poi ripartire avendo alle spalle anni di associazionismo ed anche l’esperienza di governo. Non ha nascosto di essere deluso, del resto pensava a ben altro: “Non ho mai nascosto la mia velleità di fare il sindaco di Trapani”. Ma ha anche aggiunto che “da qualche tempo mi sono reso conto che a Palazzo d’Alì è stato tutto già deciso”.

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