GIAMBONA (PD): “LA DESTRA STRUMENTALIZZA IL PRIMO MAGGIO”

1 Maggio 2024

Primo Maggio fortemente politico per il deputato regionale del Pd Mario Giambona che va subito all’attacco: “Meloni e Schifani non stanno facendo letteralmente nulla per il lavoro in Italia e in Sicilia. Lavoro sempre più precario, insicuro e non adeguatamente pagato.” Giambona ha partecipato alla cerimonia che si è svolta stamattina a Portella della Ginestra alla presenza tra gli altri, della segretaria nazionale Elly Schlein. “Il governo Meloni e il Governo Schifani – ha aggiunto Giambona – anziché favorire le condizioni per un lavoro giustamente retribuito e sicuro, pensano a come spaccare il Paese attraverso l’autonomia differenziata che avrà come conseguenza ulteriori squilibri tra le regioni del sud e quelle del nord Italia”. Il parlamentare dem apre anche un caso Primo Maggio: “Questa destra utilizza il Primo Maggio svuotandolo dei suoi valori simbolici e facendolo diventare solo un modo per attuare la solita propaganda, attraverso l’inconsistente decreto-legge Lavoro, che puntualmente non porta a nulla. Manca invece una visione di insieme che permetta di migliorare le condizioni dei lavoratori, i quali necessitano di un salario dignitoso, riottenendo il potere d’acquisto che da ormai mesi si è notevolmente ridotto. Da troppo tempo chiediamo misure in tal senso, oltre che l’adeguamento dei contratti collettivi: inaccettabile che la metà dei lavoratori italiani abbia contratti arretrati di oltre tre anni”. L’affondo di Giambona raggiunge anche il Presidente della Regione:
“Schifani ha semplicemente deciso di non trattare il tema, ignorando il lavoro che manca, i morti sul lavoro, le centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi che lasciano la Sicilia in cerca di un impiego”. L’esponente dem ha concluso il suo intervento chiedendo un intervento urgente contro gli infortuni – spesso che causano la morte – nei luoghi di lavoro: “Rimane al palo la questione degli infortuni sul lavoro, mai trattata seriamente.
Contando i numeri di infortuni di tutta l’Unione Europea, notiamo che ben un quarto provengono dall’Italia e di questi buona part sono siciliani. È segno di una esigenza di un cambio di passo educativo e culturale sul tema della salute e sicurezza dei lavoratori nel quale le aziende devono essere coinvolte nelle decisioni e non subire le scelte passivamente”.

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