Dario Safina passa dagli arresti domiciliari all’obbligo di dimora nei Comuni di Trapani ed Erice dopo l’interrogatorio di garanzia che sarebbe durato, nei giorni scorsi, circa 5 ore. Si fanno sentire i suoi due avvocati Giuseppe Rando e Salvatore Longo: “Prendiamo atto del provvedimento con il quale il GIP, a seguito dell’interrogatorio dell’onorevole Dario Safina, ha sostituito la misura degli arresti domiciliari con quella meno afflittiva della misura dell’obbligo di dimora nei comuni di Trapani e Erice. Riteniamo, tuttavia, ingiusta anche quest’ulteriore decisione. Abbiamo sempre sostenuto l’inesistenza di qualsivoglia ipotesi di reato contestata al nostro assistito e, di conseguenza, l’insussistenza di esigenze cautelari. L’indagine, a parere della difesa, è pervasa da evidenti lacune istruttorie che sarebbero state evitate se fossero stati acquisiti tutti gli atti della complessa vicenda amministrativa che ha riguardato, negli anni, i rapporti tra il Comune di Trapani e la City green Light Srl”. I due legali affondano il colpo: “Sotto altro profilo, anche a volere tacere sugli aspetti in punto di diritto, grande perplessità desta il percorso logico motivazionale seguito dal GIP con l’ordinanza di sostituzione della misura. Da una prima lettura, anche volendo tacere sugli aspetti in punto di diritto, si sostiene in detta ordinanza che, addirittura, in tempi non sospetti e quando ancora l’onorevole Safina neppure immaginava che il suo partito lo avrebbe candidato all’Ars, era ben conscio che nella sua città di origine avrebbe ottenuto poche preferenze. Attendiamo fiduciosi l’esito del procedimento innanzi il Tribunale del Riesame la cui udienza è stata fissata per giorno 2 febbraio”.
CASO SAFINA, DAI “DOMICILIARI” ALL’OBBLIGO DI DIMORA. I LEGALI: “DECISIONE INGIUSTA”
30 Gennaio 2024
Notizie Correlate