TRAPANI, L’ASSOSTAMPA APRE IL CASO ANTONINI

8 Ottobre 2023

L’attacco frontale del presidente del “Trapani Shark” Valerio Antonini al giornalista Francesco Tarantino, reo di avere fatto una domanda – scomoda? impertinente? provocatoria? No, di servizio: perché i giornalisti che vanno al Palazzetto, per lavorare, devono fare i conti con postazioni che non agevolano la loro ragione di essere lì senza pagare il biglietto, non è passato sotto silenzio ed ha registrato la replica della segreteria regionale e provinciale dell’Assostampa. Ma prima di entrare nel merito c’i sono alcuni punti che vanno chiariti e che consentiranno di comprendere bene la nota del sindacato. Punto primo: i giornalisti hanno l’accredito non perché sono dei privilegiati ma perché stanno lavorando. Sono lì non a rappresentare sé stessi ma una testata giornalistica. Durante una partita, sia di calcio, di basket o di qualsiasi altro sport, stanno lavorano come i giocatori in campo, come gli addetti alla sicurezza, come tutti quelli che forniscono un servizio all’evento sportivo. Come le forze dell’ordine per essere diretti. Dunque, lavorano. Se c’è qualche giornalista che invece è lì a vedersi la partita, bisogna interrogarsi su chi l’ha fatto entrare. Andiamo avanti. In una conferenza stampa si fanno le domande. A Trapani rischia di essere ormai un optional ma è così. Le domande possono essere di diversi tipi e possono anche andare fuori tema. Bene, in quel caso, chi sta dall’altra parte ha due opzioni: può rispondere al giornalista oppure può rifiutarsi di farlo. Non può sicuramente reagire con la logica del padrone del pastificio quando, tra l’altro, il pastificio non è suo. Cosa che forse i gaudenti amministratori locali  – che sono in parte i responsabili morali di ciò che sta accadendo in questa città – potrebbero far notare a chi di dovere. Potrebbero farlo tra un selfie e l’altro, tra un abbraccio e l’altro. Non lo faranno, questo è poco ma sicuro. Ritornando alla domanda (o alle domande), non può men che meno essere un altro giornalista, anche se responsabile dell’ufficio stampa della “controparte”, come è accaduto, a dare giudizi sul quesito in discussione. Può fare altro. Può consigliare il suo datore di lavoro di non rispondere, o di rispondere secondo un determinato criterio, che sia sempre legato alla civile convivenza. Dopo tutto questo, la nota integrale dell’Assostampa regionale e provinciale.

La nota 

La segreteria regionale e provinciale di Trapani dell’Associazione Siciliana della Stampa, sindacato unitario dei giornalisti siciliani, insieme con la presidenza regionale dell’USSI, l’Unione stampa sportiva italiana, esprimono forte preoccupazione per le dichiarazioni fatte in conferenza stampa da Valerio Antonini, presidente del Trapani Shark, neo-società militante nella serie A2 della Lega Nazionale Pallacanestro. L’immotivata, pesante e provocatoria risposta a una legittima domanda di un giornalista, apostrofato con “non venire più, mettiti seduto e ascolti, sei maleducato, non si fa quello che stai facendo te, altrimenti non ti faccio entrare più qui dentro, e chiedi scusa, dovete cominciare a capire che dovete portare rispetto, cosa che non fate”, lascia sconcertati. Un giornalista fa le domande, anche scomode, ma non era questo il caso, in pubblico, non chiama privatamente il presidente, come si pretenderebbe. Apostrofare un’intera categoria con “si viene lì per vedere la partita gratis e fare il giornalista, a casa mia”, oltre a dimenticare che il Palailio è un’opera pubblica e che “l’amministrazione comunale ha concesso alla società Trapani Shark SSD arl la disponibilità dell’impianto ai fini di perfezionare l’iscrizione al campionato”, è mortificante per una professione senza la quale lo sport sarebbe poca cosa, al di fuori dei campi di gioco. Ricordiamo al presidente che i giornalisti non sono tifosi o, se lo sono, lo sono al di fuori del loro impegno professionale, e quelli trapanesi, che hanno raccontato anche la serie A1, lo sanno bene. Continueranno a svolgere il loro mestiere, anche “appollaiati” sugli ultimi gradini. Ci si augura quindi che le dichiarazioni del presidente siano state solo un errore e che si ripristino rapporti corretti tra tutte le parti, per il bene esclusivo dello sport trapanese. Infine, per il giornalista pubblicista Paolo Cericola, responsabile della comunicazione della società, che ritiene che vi siano domande che non vadano fatte dai giornalisti in una conferenza stampa, che è invece il luogo istituzionale deputato per il confronto con la stampa sportiva, stiamo valutando la segnalazione al Consiglio di disciplina dell’Ordine del Lazio, al quale è iscritto.

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