ENTI LOCALI, LA TRASPARENZA CHE NON TRASPARE. IL “GIOCO” DELL’AVVISO PUBBLICO

14 Settembre 2023

Tutto consentito dalla legge ma anche tutto un po’ naif, per non dire altro. Capita negli enti locali, per un esempio in un Comune ma non solo. Capita che all’albo pretorio via sia pubblicato quello che viene chiamato avviso pubblico. Capita che lo leggi, ti convince e decidi di parteciparvi. Capita ancora che c’è scritto che devi presentare i tuoi titoli, il curriculum relativo a ciò che hai fatto o sai fare rispetto all’oggetto dell’avviso. E capita ancora che leggi pure che oltre ai titoli ci sarà poi da affrontare un colloquio. Presenti le carte, fiducioso ed aspetti di essere chiamato. La procedure scorre ed un giorno ti chiamano per il colloquio. Chi c’è ad ascoltarti, sicuramente uno o più dirigenti e forse qualche funzionario. Ma l’avviso cosa dice, che sarà il sindaco ad avere l’ultima parola. I tuoi titoli vengono valutati e lì c’è poco da fare. Se sono tanti e ben centrati sull’oggetto dell’avviso non ci sarà mai una interpretazione arbitraria delle carte che hai presentato. Capita invece che non c’è traccia, del colloquio. Sì, proprio così! E non c’è alcuna forzatura. Perché il candidato che otterrà il “posto” verrà chiamato con una sostanziale chiamata diretta. E’ un “posto” fiduciario. Perché di questo si tratta anche se ammantato di avviso pubblico e quant’altro. E quando l’incarico è fiduciario, l’amministratore, il sindaco, nel caso di un Comune, può chiamare chi vuole. Del resto, lo stesso sindaco, ha come la commissione – i dirigenti e l’eventuale funzionario – i titoli dei partecipanti e poi ha un giudizio, sempre della commissione, che un po’ come a scuola segnala al primo cittadino che il candidato X ha risposto da buono ed il candidato Y da ottimo. O viceversa, fate voi, non è importante. Di conseguenza un percorso indicato come trasparente alla fine non ha nulla di trasparente. Finisce soltanto per appesantire il procedimento – cosa che la pubblica amministrazione non dovrebbe fare – e per dare una finta trasparenza ad un percorso amministrativo che consente la chiamata diretta, senza tanti fronzoli. Ma così, giocando anche con la vita delle persone, perché non ci crederete ma i candidati sono fatti di carne ed ossa, ci si nasconde dietro una finta trasparenza. La vera trasparenza è quella di assumersi direttamente la responsabilità – lo consente la legge – di nominare chi si ritiene più utile alla  causa, certo possibilmente scegliendo chi ha un minimo di competenza ed i titoli per farlo. Ma in questo caso il sindaco di turno deve metterci la faccia, forse anche esporsi a qualche critica. Non può nascondersi dietro i giudizi che gli vengono sottoposti – il colloquio che magari serve a calmierare le posizioni – che non hanno alcun riscontro ma sono più che utili per indirizzare la scelta finale.  Meglio allora giocare con il contenuto dell’avviso pubblico. Dà una parvenza di trasparenza e consente allo stesso tempo anche una scelta arbitraria, rispetto al contenuto dello stesso avviso e non certo rispetto alla legge.

Notizie Correlate