Bisogna fare presto. I lavori di dragaggio del fiume Mazaro sono un punto imprescindibile per sostenere l’economia del mare. Per il segretario regionale dell’Ugl Giuseppe Messina “dal governo Schifani giungono rassicurazioni attraverso la struttura commissariale per il contrasto al dissesto idrogeologico nella Regione Siciliana, diretta da Maurizio Croce, in merito all”avvio dei lavori per il dragaggio del fiume Mazaro. Si tratta del primo stralcio di un’opera dell’importo di meno di 900 mila euro, indispensabile per restituire navigabilità alle imbarcazioni a strascico, a quelle della piccola pesca artigianale e per dare sicurezza alla comunità mazarese”. Il dirigente sindacale definisce una sorta di cronoprogramma: “L’inizio dei lavori era previsto per i primi di aprile ed invece, si registra un ulteriore mese di ritardo che pare sia da attribuire a cavilli procedurali che sembrano, tuttavia, essere stati superati. E ce ne vorranno almeno altri sei prima di consegnare alla città il fiume navigabile dal momento di effettivo inizio dei lavori”. Messina si schiera con le associazioni di categoria: “Sosteniamo le preoccupazioni espresse da Federpesca, attraverso il responsabile siciliano Santo Adamo, che parla di un serio problema di sicurezza per l’attività di pesca e per gli abitanti che vivono ai lati del fiume Mazaro. Come Ugl, proseguiamo l’azione di pungolo ed auspichiamo che non si perda più tempo e si avviino i lavori attesi da oltre un decennio dalla marineria e dalla cittadinanza mazarese, per troppo tempo abituate alle esondazioni ed ai conseguenti danni economici”. Il segretario Ugl ricorda che “ormai è trascorso più di un anno dall’aggiudicazione dell’appalto per l’affidamento dei lavori. Tal appalto è stato affidato all”operatore economico Ares srl di Roma”. Messina fa anche un po’ di storia: “Dall’Accordo di Programma del 30 marzo 2010 tra il Ministero dell’Ambiente e l’Assessorato regionale Territorio e Ambiente, finalizzato alla programmazione e finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico, tra i quali il dragaggio del fiume Mazaro, sono trascorsi, però, ben tredici anni. Un’enormità per interventi classificati come urgenti e prioritari. La politica tutta in questo decennio è responsabile così come lo strumento del Codice degli Appalti che, seppur risponde a principi di legalità e trasparenza, presenta procedure troppo farraginose che sviliscono ogni buon proposito, ragion per cui va riformato senza indugi dal governo Meloni”.