Per capire cosa sta accadendo al programma d’investimenti chiamato “Agenda Urbana 2030” è necessario uscire dalla logica della propaganda elettorale. Strumento che non aiuta certo a capire e che rischia di mistificare da un lato (Comuni ed amministrazioni in carica) l’attività svolta finora, e dall’altro (chi intende scalzare gli attuali amministratori) le reali responsabilità di un rischio concreto, quello di perdere i finanziamenti, che è bene sottolinearlo non sono comunali ma territoriali. L’Agenda Urbana “trapanese” è infatti definita dalle amministrazioni di Marsala, Mazara del Vallo, Castelvetrano, Trapani ed Erice. Come si esce dalle forzature elettoralistiche? Con le parole del presidente di ANCI Sicilia Paolo Amenta che entra nel merito della vertenza con una premessa: “L’allarme lanciato dal presidente della Commissione UE dell’ARS, Luigi Sunseri, in merito all’eventuale perdita, per i Comuni siciliani, di una consistente parte dei fondi relativi all’Agenda Urbana del Po Fesr 2014-2020, arriva in ritardo e non fa altro che avvalorare le svariate denunce fatte, nei mesi scorsi, dall’ANCI Sicilia sulle tante criticità dei Comuni siciliani, chiamati a gestire ingenti risorse in assenza degli strumenti economici, normativi e delle professionalità necessarie”. Amenta aggiunge: “Come abbiamo più volte denunciato, nelle sedi competenti, l’attuale sistema istituzionale e di governo del territorio, la carenza di figure professionali all’interno della pubblica amministrazione locale, l’assenza di un’assistenza tecnica dedicata, la mancanza di specifiche risorse finanziarie destinate alla progettazione, il mancato avvio del piano di rafforzamento della capacità istituzionale e le diffuse carenze nell’adozione dei principali strumenti di programmazione e di pianificazione del territorio non permettono ai Comuni siciliani di utilizzare i finanziamenti europei”. Il presidente chiama in causa la Regione: “Riteniamo necessaria l’attivazione da parte della Regione dell’assistenza tecnica in favore delle coalizioni territoriali anche nell’attuale fase di definizione dell’organizzazione degli Uffici Unici e della strategia oltre alla costituzione di una Cabina di regia regionale cui partecipino i diversi rami dell’amministrazione. L’ANCI Sicilia vuole contribuire affinché le risorse territorializzate siano impiegate pienamente ed efficacemente, ma per fare ciò è necessario comprendere come procedere rispetto a quelle realtà territoriali che hanno manifestato delle oggettive difficoltà”. Amenta indica una soluzione: “È’ necessario un cambio di passo che ponga rimedio alle tante falle legate alla Programmazione 2014-2020 e trovi la soluzione per far transitare i fondi della Programmazione 2014-2020 in quella relativa al 2021-2027 permettendo la completa fruizione di tutte le risorse”. Il presidente si rivolge anche al governo nazionale e chiede “una modifica delle norme in materia di assunzione di personale considerate le specifiche prerogative delle Regione sugli enti locali. Non è attribuendo le responsabilità ai Comuni che si risolve il problema. Lo sviluppo della nostra Isola è una condizione irrinunciabile per i Comuni, per la Regione e per l’intera nazione”.