Il passaparola è mesto, triste. Mario Gallo non c’è più. La sua vita si è fermata a 93 anni ma i suoi amici, i “ragazzi di Borgo”, mio padre e mia madre, ad esempio, non riescono ad accettarlo, “perché Mario era sempre presente, anche se lontano…”, “perché teneva sempre i contatti, con tutti, come se avessimo ancora vent’anni…”. Mario Gallo, per me, è una voce ed un’email. Una voce, quelle poche volte che l’ho ascoltata, mi chiedeva dei miei genitori, si presentava per potermi fare capire e poi c’era sempre una domanda su Borgo, il suo Borgo. Una voce gentile che non riusciva a dare seguito ad una mia richiesta, “mi dia del tu, io sono Vito…”. E’ stato anche un email perché immancabile arrivata la sua creatura, “Lumie di Sicilia”, un periodico viaggio affascinante nella cultura vera, disinteressata, messa a disposizione di tutti. A dire il vero è stata anche una voce indiretta. Come fino a qualche mese fa quando ricevevo la telefonata di Laura Montanti o di Giovanni Vultaggio. C’era e c’è una foto da “scandagliare”. Una foto con tanti “ragazzi di Borgo” che dovevano essere “identificati”. Mario Gallo aveva fatto un lavoro di ricerca certosino, ma c’erano e ci sono ancora alcune “caselle” vuote. E così è arrivata la telefonata, “Sai Mario Gallo è riuscito a riconoscerne tanti, ma non tutti, vedi se tuo padre riesce a completare…”. Quella foto ce l’ho qui davanti. Ed è una ragione in più per sentirmi fortunato ed onorato di essere in qualche modo testimone ed anche erede di una storia semplice, fatta di amicizia e solidarietà che ho sentito e sento in alcune telefonate tra “ragazzi e ragazze di Borgo”, nei loro racconti. La vita deve necessariamente fare il suo corso, ma questi “ragazzi e ragazze” hanno vinto la sfida del tempo perché hanno trasmesso valori ed ideali che sono patrimonio dei loro figli, dei loro nipoti. Sono laicamente immortali. Buon viaggio Mario Gallo.
Vito Manca
