BIRGI. FUTURO INCERTO. IL TERRITORIO SI RISVEGLIA CON LA LETTERA DI TRANCHIDA

7 Gennaio 2023

Dopo averlo snobbato e considerato un problema soltanto della Regione ora il territorio sono l’allarme rosso per l’aeroporto di Birgi. Sia per la soluzione prospettata dal Presidente della Regione Renato Schifani – accorpamento con gli scali di Palermo e Lampedusa – sia per la nomina del nuovo vertice dell’Airgest. Il prescelto sarebbe il palermitano Vito Riggio che, da sempre ed in tempi non sospetti, ha posto tutti i suoi dubbi sull’utilità della struttura trapanese. Ora con Birgi che sfiora 900 mila passeggeri e con una programmazione 2023 che l’uscente Salvatore Ombra aveva già definito con il superamento di un milione di passeggeri, il territorio torna ad occuparsi dell’aeroporto e comincia ad avere più di una perplessità sul suo futuro. E così il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida ha deciso di scrivere al Presidente Schifani invitandolo a convocare un tavolo tecnico per avere risposte concrete sulle prospettive dello scalo trapanese. Già che c’è Tranchida dà qualche consiglio sui partecipanti: “Le amministrazioni della provincia di Trapani ed Agrigento, i Distretti Turistici operativi, i soci dell’aeroporto di Palermo ed i vertici dei due scali aeroportuali”. Il sindaco si muove in punta di piedi per il resto della faccenda, perché sa benissimo che avere consegnato il 99% delle azioni Airgest alla Regione – responsabilità di tutto il territorio trapanese, nessuno escluso – pone l’intera provincia fuori dai giochi e con scarso diritto di parola. Infatti sottolinea che “nel rispetto delle prerogative regionali riteniamo necessario che i Comuni ed il sistema socio economico rappresentato possano dire la loro circa le strategie di sviluppo del sistema dei trasporti, per cominciare da quello aeroportuale, anche al fine di superare il gap della marginalità territoriale a maggior ragione fattore imprescindibile per la crescita e sviluppi dei flussi turistici”. Ancora in punta di piedi: “Non entrerò nel merito delle scelte sulla governance, in quanto so bene che è stata esercitata una legittima facoltà, ma vorrei soffermarmi esclusivamente sulla visione del futuro. Al riguardo, anche nel recente passato e di questi giorni, ho avuto modo di sentire il condiviso parere di molti sindaci del trapanese e di alcuni della provincia di Agrigento. I due aeroporti possono aspirare a divenire una grande azienda della Sicilia occidentale, motore per lo sviluppo delle province di Trapani, Agrigento e Palermo, senza che il primo diventi una succursale del secondo e senza che il <<Falcone-Borsellino>> si accolli le deficienze economiche dello scalo trapanese. È possibile immaginare un nuova aggregazione societaria, con un nuovo piano industriale, che sappia valorizzare entrambi gli scali e che sappia rendere un grande servizio ai territori indicati”. Tranchida ci mette anche altro: “A sostegno di tanto, già da anni il Distretto Turistico della Sicilia Occidentale – sovente d’intesa con l’Assessorato regionale al Turismo – ha investito ingenti risorse – in prevalenza provenienti dai Comuni soci del trapanese – in plurali azioni di marketing territoriale volti a rafforzare la destinazione West Sicily. Ad oggi, è stata però disattesa la strategica e reiterata richiesta di liberalizzazione del trasporto turistico siciliano su gomma, da e per aeroporti – porti e stazioni ferroviarie – che finalmente colmerebbe il gap dell’intermobilità tra gli Hub e le destinazioni turistiche”. Sull’impegno e soprattutto sui risultati del Distretto Turistico ci sarebbe da definire ed aprire un capitolo a parte. I soldi sono stati spesi, il riscontro finora non è stato registrato e considerato con un sistema scientifico. Spesso ha prevalso la propaganda che tuttavia rimane tale. Di destinazione non c’è soltanto la West Sicily ed il sistema turistico locale è sempre più attirato dall’anarchia. Birgi è chiaramente in discussione. L’aeroporto cresce ma non riesce a portare i conti almeno in pareggio. La Regione ha fatto la sua parte con ripetuti aumenti di capitale ma è chiaro che il governo Schifani non intende seguire la linea dell’ex governo Musumeci, anche perché non può permetterselo. La Corte dei Conti ha già messo mano ai bilanci dell’Airgest. Schifani potrà anche seguire l’invito a convocare un tavolo tecnico sullo scalo trapanese, ma è già evidente che si tratta poco più di nulla perché le decisioni saranno prese in un’ottima regionale e palermitana. Il territorio trapanese può già intonare il suo mea culpa.

 

 

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