CRISI PD, ODDO: “INVITO VENUTI A DIMETTERSI DA SEGRETARIO PROVINCIALE”

21 Novembre 2022

Il ricorso presentato dal segretario provinciale Domenico Venuti contro l’elezione all’Ars di Dario Safina ha dilaniato e sta dilaniando il Pd trapanese. Il partito rischia di finire fuori controllo in una fase quanto mai delicata che lo porterà al congresso nazionale ed alle primarie per eleggere il nuovo vertice dem. La tensione è evidente ed il dibattito, con la variabile indipendente dei social, assume sempre di più il profilo della “tifoseria”. Per provare ad evitare una deriva che non fa certo bene al Pd provinciale ha deciso di dire la sua l’ex vicepresidente dell’Ars Camillo Oddo. “Senso di responsabilità ed onestà intellettuale  – sottolinea in premessa – sono e devono essere elementi
fondamentali di una comunità politica. Quello che è accaduto in questi giorni e che continua
a riverberarsi ancora oggi impone – ci impone – di concretizzarli aggiungendo equilibrio
nelle parole e nelle scelte”. Oddo passa poi alla “pratica” aperta nel partito: “Sottolineo, a scanso di equivoci, che la decisione di Domenico Venuti di far valere le sue ragioni, innanzi al Giudice civile, rispetto all’esito del voto all’Ars è legittima. Forse discutibile, ma è un giudizio opinabile. Ci si può iscrivere alle “tifoserie” che si vanno formando ma sarà comunque un tribunale a decidere”. Da qui il dirigente dem apre una sorta di confronto a distanza con il segretario. Venuti, motivando la sua decisione di presentare il ricorso, ha voluto sottolineare che non c’è nulla di politico. Oddo invece ritiene che ci sia invece una questione politica. Anzi, che la questione è squisitamente politica: “Domenico Venuti è anche il segretario provinciale del Partito Democratico ed è un dato che non può essere eluso. Una condizione che rischia di devastare una forza politica che è
impegnata in una delicata fase congressuale e che con l’attuale contenzioso in atto rischia
d’infrangersi in uno scontro che nulla ha a che fare con i temi in discussione”. L’ex deputato  aggiunge una “prova” alla sua tesi: “L’azzeramento della segreteria, anticipando le dimissioni di alcuni suoi componenti, è un ulteriore atto politico che aggrava la situazione. Non si possono mischiare e strumentalizzare legittime aspettative personali con le ragioni di un partito. Non si può utilizzare la carica di segretario come scudo per difendersi dalle altrettanto legittime reazioni al ricorso presentato contro l’onorevole Dario Safina per presunte causa d’ineleggibilità”. Oddo continua tornando alla premessa: Senso di responsabilità ed onestà intellettuale dovevano consentire un altro percorso. Innanzitutto quello del confronto in sede di definizione delle liste, che doveva essere seguito da un coinvolgimento del partito ed in particolare della segreteria, e da un indispensabile bon ton politico nei confronti dello stesso Safina, per concludersi con una riflessione profonda e con l’atto conseguente, alla scelta di presentare il ricorso, delle dimissioni dalla carica di segretario. E’ lampante, infatti, che una scelta del genere altera il dibattito congressuale condizionandolo pesantemente”. L’ex vicepresidente dell’Ars si rivolge a Venuti ripercorrendo la sua vicenda politica: “Mi permetto di suggerire al segretario Venuti un surplus d’esame della situazione. Lo faccio da dirigente politico che conosce queste dinamiche, che le ha vissute personalmente ma con una impostazione politica ben diversa. In quel caso vi fu una discussione preliminare ed il problema dell’ineleggibilità fu posto all’attenzione degli organismi
dirigenti. Dopo le elezioni, di fronte alle ripetute chiusure, venne data libertà d’azione –
ognuno di noi, nella vita, si assume le proprie responsabilità – e da parte mia vi fu una
decisione consapevole e ritengo doverosa di permettere ad un elettore di adire al Giudice
civile, nel contempo comunque annunciai le mie dimissioni da segretario provinciale
mettendomi a disposizione del partito per eleggere il nuovo vertice. Andando oltre la
differenza abissale rispetto alle cause d’ineleggibilità poste da Venuti– le vicende non sono
comparabili come qualcuno sta provando a fare per creare solo confusione – è necessario
affermare e rimarcare che si tratta di una questione di regole. Ed un partito vive di regole”. Oddo aggiunge una serie di paletti: “Non può essere assecondata una visione personalistica del Pd, non possono esserci uomini soli al comando che si muovono per esclusivo interesse di parte. Deve essere fermato il tentativo di balcanizzare il partito. E’ una deriva che non possiamo permetterci”. L’ex parlamentare conclude mettendo in evidenza un ulteriore elemento critico che dovrebbe far riflettere Venuti: “La linea unitaria che ha portato all’elezione di Venuti non esiste più. Le basi organizzative e politiche che hanno portato alla sua elezione sono assolutamente superate. Un dirigente di partito che ha a cuore le sorti della forza politica che rappresenta non può che prenderne atto. Altrimenti rischia di porsi come un macigno in un momento della vita del partito che richiede unità e chiarezza”.

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