CRISI PD, ORA C’E’ PURE LA “FILOSOFIA” BRILLANTE

20 Novembre 2022

Nel dibattito a tratti aspro, in qualche caso contraddittorio, che si è aperto nel Pd trapanese dopo la decisione del segretario provinciale Domenico Venuti di presentare ricorso contro l’elezione di Dario Safina all’Ars mancava l’approccio filosofico. Vuoto che ha scelto di colmare l’ex segretario comunale di Trapani dei dem Francesco Brillante. Scontro sul ricorso che l’ha portato “a rompere un periodo di lungo silenzio, per cercare di ricomporre i toni di una discussione vertente su questioni poco politiche, e a parer mio anche meno interessanti dei reali e prossimi obiettivi”. Brillante parte così dall’ovvio: “Venuti ha presentato un ricorso. In un Tribunale, non ha insultato nessuno, né millantato. Ha esercitato un diritto. Vicende di questo tipo, una volta nelle mani della giustizia, non devono, e non possono, diventare oggetto di discussione”. Quindi, secondo Brillante, bisognerebbe osservare lo stesso silenzio che lui ha però voluto interrompere. Nota a margine. E’ stato finora zitto su cosa? E perché? E soprattutto perché non ha parlato? Brillante continua provando a rimanere super partes: “Indipendentemente dalla convinzione personale sui fatti oggi di dominio pubblico, la cultura che contraddistingue questo partito, e l’estrema fiducia nella magistratura è l’unica via da perseguire. Personalmente, senza entrare nel merito della questione, trovo poco compatibile con i principi di, sostanziale e concreta giustizia, che sono patrimonio dello Statuto del nostro partito, perorare posizioni che, pur senza diretta intenzione, appaiono avere un sottotesto di inibizione all’esercizio di un diritto alla giustizia”. C’è un punto che è stato chiaro fin dall’inizio in questo contenzioso. Nessuno ha messo in discussione il diritto di Venuti di presentare il ricorso. E’ stata invece contestata la scelta di averlo fatto senza dimettersi da segretario per tenere libero il partito dai condizionamenti che si sono sviluppati in queste ore. Brillante lascia il ruolo super partes per salire in cattedra: ” Al segretario provinciale, tra l’altro candidato, non riconosco alcun ruolo di garante della lista, men che meno di garante di altre candidature al di fuori della propria. Il ruolo è invece della direzione regionale, di cui lo scrivente, Venuti, ed anche l’onorevole Safina, siamo componenti e che ha approvato le candidature, e anche di più: ha approvato di rassegnare al segretario regionale l’onere di definire la lista stessa”. Da qui il passaggio all’interpretazione ragionieristica del voto del 25 settembre: “Sul piano squisitamente del risultato elettorale invito tutti a riflettere sul fatto che il primo della lista Pd ha conquistato il buon risultato su  5.400 voti, ma il Partito Democratico ha avuto la fiducia di oltre 24 mila elettori risultando prima lista ben al di là dei meriti dei singoli candidati. Elettori e votanti di cui circa 4/5  potrebbero non avere interesse alle discussioni inerenti tra i sostenitori di Safina o di Venuti, ma bensì avrebbero interesse e meriterebbero che questo partito si dimostri capace di proposte politiche serie e condivisibili nei territori che amministra, ed ancor di più in quelli che non amministra”. Brillante conclude con un approccio filosofico a tinte ecumeniche: “Per tanto, invito tutti a non disperdere opportune energie in questioni diverse dalla costruzione di una proposta politica, anche e soprattutto a Trapani che tra poco andrà alle urne, e non confondere il piano politico con le proprie preferenze elettorali, perché, numeri alla mano, non è un ragionamento che pagherebbe. Abbiamo ancora tanto da fare, insieme al segretario Venuti, insieme all’onorevole Safina, insieme ad ognuno di noi”. 

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